Venezia 76, vince «Joker» di Todd Phillips. Coppa Volpi a Luca Marinelli
«Mi sento come se qualcuno mi avesse preso per mano e portato sulle montagne russe», esordisce Alessandra Mastronardi, madrina della 76esima Mostra del Cinema di Venezia. «Non pensavo che sarebbe stata un’esperienza così potente. Io auguro a tutti di tenere stretti i ricordi, le poesie, i personaggi e i paesaggi di questa edizione del festival. Proprio come farò io, che ho capito, una volta di più, perché faccio il mestiere dell’attrice: per emozionare».
E allora via coni premi: il Leone d’oro per il miglior film se lo aggiudica «Joker» di Todd Phillips, con la grande interpretazione di Joaquin Phoenix. Il Gran Premio della Giuria va poi a «J’accuse» di Roman Polanski, mentre il Leone d’argento per la miglior regia allo svedese Roy Andersson con «About Endlessness».
Grande festa in sala alla consegna della Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile, assegnata a Luca Marinelli nella parte del giovane mariano «Martin Eden», di Pietro Marcello: «Parlerò veloce prima che vi rendiate conto dell’errore che avete fatto», scherza l’attore romano. «Dedico questo premio a tutte le persone che sono in mare a salvare vite umane, che ci evitano di fare figuracce con noi stessi. Viva l’umanità e viva l’amore».
La Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile se la aggiunga invece Ariana Ascaride grazie al suo ruolo in «Gloria Mundi». L’Italia festeggia anche con «La mafia non è più quella di una volta» di Franco Maresco, che si aggiudica il premio speciale della giuria Venezia 76. Il riconoscimento per la miglior sceneggiatura va a «No.7 Cherry Lane» di Yonfan, mentre il premio speciale Marcello Mastroianni a «Babyteeth» di Toby Wallace.
Il Leone del Futuro per la miglior opera prima se lo aggiudica «You will die at 20» di Amjad Abu Alala, che incassa anche un assegno di 100mila dollari – da dividere col produttore – donato da Aurelio De Laurentiis. La giuria Orizzonti premia invece «Darling» di Saim Sadiq (miglior cortometraggio), «Revenir» di Jessica Palud (miglior sceneggiatura), Sami Bouajila in «Bik Eneich – Un fils» (miglior attore), Marta Nieto in «Madre» (miglior attrice), «Verdict» di Raymund Ribay Gutierrez (premio speciale), «Blanco en Blanco» di Théo Court (miglior regia) e, soprattutto, «Atlantis» di Valentyn Vasyanovych (miglior film).
Tra gli altri premi assegnati, «Bebenco: Tell Me When I Die» di Barbara Paz è il miglior documentario sul cinema, «Extase» di Gustav Machaty è il miglior restauro. Nella sezione virtual reality, si impongono «Daughters of Chibok» di Joel Kachi Benson come migliore storia raccontata, «A Linha» di Ricardo Laganaro è l’opera che meglio ha sfruttato le potenzialità della realtà virtuale, mentre il miglior film con questa tecnologia è «The Key» di Celine Tricart.