Migrateful, l’integrazione si fa anche così
Già trovare un lavoro decente non è cosa semplicissima, ancor meno se sei un rifugiato, se sei in un Paese che non è il tuo, di cui non conosci ancora usi e costumi e gli altri non conoscono i tuoi.
Condividere la propria cultura diventa allora la base per iniziare a comprendersi meglio e magari – chissà – trovare appunto un lavoro come si deve. Ed è su queste fondamenta che si appoggia il progetto Migrateful.
Nato a Londra e fondato da Jess Thomson fornisce formazione professionale e supporto a rifugiati e richiedenti asilo che cercano lavoro, organizzando workshop in cui loro insegnano a cucinare i piatti dei propri Paesi a chiunque voglia partecipare, dietro versamento di una quota di 35 sterline. Ci sono così cuochi che provengono dall’Afghanistan, dall’Iran, dal Libano, dall’Eritrea, da Cuba e dall’Ecuador, pronti a incontrare persone, a scambiarsi idee e fare quattro chiacchiere.
L’idea è proprio quella che questi rifugiati che fanno fatica a trovare un’occupazione per barriere linguistiche e legali, possano avere occasioni di dialogo interculturale e cominciare a intessere un network sociale.
Quello che fa Migrateful, tra le tante altre cose, è organizzare, appunto, dei corsi di cucina etnica in modo che questi rifugiati, in attesa di trovare una loro nuova identità profesisonale, possano costruirsi una competenza da aggiungere al loro curriculum vitae. La cosa sembra funzionare e l’impegno di Jess Thompson, per questa sua impresa sociale Migrateful, è stata premiata da Unltd.