Conte firma il decreto del semilockdown: ristoranti chiusi alle 18, ma aperti domenica a pranzo
Entra in vigore lunedì 26 ottobre ed è valido fino al 24 novembre il nuovo Dpcm firmato dal presidente del Consiglio Conte. Le regioni non hanno ottenuto l’apertura serale dei locali. Bar, ristoranti, pasticcierie e gelaterie devono chiudere alle 18, ma potranno restare aperti nei festivi come chiesto dai governatori. Non è letteralmente un coprifuoco, ma il fatto che i locali siano chiusi lo rende tale di fatto, anche perché sono chiusi.
Ha pesato, su questa scelta, il parere del Comitato tecnico scientifico. Secondo gli esperti «l’apertura domenicale dei ristoranti può essere utile per limitare le riunioni familiari». Proprio gli incontri fra non conviventi, amici e familiari, sono considerati il momento di massimo rischio per il contagio.
Dopo le 18 è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico. Possono fare il servizio di ristorazione gli alberghi per chi soggiorna. È sempre consentita la consegna a domicilio e l’asporto fino alla mezzanotte.
Rimane la raccomandazione a limitare gli spostamenti, anche se gli scienziati hanno fatto notare che il problema è soprattutto nelle aree metropolitane, meno nelle altre zone del paese. Per questo è sconsigliato lo spostamento «con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi».
La scuola resta in presenza fino alle medie. Per le superiori invece arriva la didattica a distanza per una quota pari almeno al 75 per cento delle attività, «modulando ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9».
Come preannunciato «sono sospese le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, fatta eccezione per quelli con presidio sanitario obbligatorio o che effettuino l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza, nonché centri culturali, centri sociali e centri ricreativi». L’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere svolte all’aperto presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, sono consentite nel rispetto delle norme di distanziamento sociale.
Sono sospese le attività di sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò. Non si sono salvati nemmeno teatri, cinema e sale da concerto. Restano aperti i negozi, compresi i centri commerciali nel fine settimana, a meno che non ci sia diversa disposizione regionale.