Coronavirus, il lavoro continuo e pericoloso degli infermieri
«Mia mamma lavora nel pronto soccorso di Codogno dove è stato questo signore. Non sapete quanto fa male sapere che lei e tutti i suoi colleghi dovranno stare in isolamento per 15 giorni. Chi fa questo lavoro va ringraziato ogni giorno per ciò che fa». Questo messaggio apparso su Twitter è scritto dalla figlia di un’infermiera dell’ospedale di Codogno, quello dei primi casi di contagio da Coronavirus.
Sono arrivati commenti e messaggi di sostegno alla ragazza e alla madre, ma anche a tutti i sanitari che lavorano negli ospedali. Medici e infermieri sono a rischio come gli altri in questa emergenza e sono più degli altri a stretto contatto con i malati. A Codogno, dove è stato ricoverato ed è andato più volte prima del ricovero il primo paziente, almeno 5 dipendenti della struttura sono positivi al Covid-19, tutti dovranno stare in isolamento per due settimane.
Nei comuni dell’area del Lodigiano oltre 50 mila persone sono state invitate a limitare gli spostamenti. Chiusi uffici pubblici e aziende, scuole e attività commerciali. Non si tengono eventi pubblici e Trenord ha sospeso il servizio ferroviario nell’area in quarantena.
All’ospedale di Codogno ci sono medici, infermieri e operatori sanitari bloccati da quasi 24 ore nei reparti a rischio. È il personale ospedaliero che è entrato in contatto con i malati. Alcuni fra questi infermieri e medici aspettano ancora l’esito dei loro test. «Non ce la facciamo più a livello fisico e siamo in crisi a livello psicologico perché nessuno è in grado di darci risposte o permetterci di finire questo infinito turno» ha raccontato un infermiere al Corriere della Sera.
Dalla serata di venerdì alcuni infermieri non hanno ricevuto il cambio. Parte del personale è al terzo turno di lavoro. Hanno scritto al direttore sanitario dell’ospedale: «Segnaliamo il nostro avvenuto contatto diretto in questi giorni con i medici risultati positivi ai test effettuati per la ricerca del coronavirus…Segnaliamo inoltre che la quasi totalità dei nostri colleghi infermieri ha telefonato per segnalare l’indisponibilità ad essere presente nel reparto nelle prossime giornate, aprendo così ovvi problemi di continuità assistenziale».