Cashback, commercianti perplessi «Servono misure più incisive»

ivrea

È decollato il cashback. Tra le polemiche. Da un lato i cittadini che hanno dovuto lottare tra applicazioni da scaricare, identità digitale, siti in crash, inserimento dati, impossibilità di verificare che la procedura fosse andata a buon fine e dall’altro i commercianti che non hanno compreso se la novità introdotta vada ascritta come una misura straordinaria per aiutare il settore o un subdolo modo per controllarlo.

Agnese Corrias, 42 anni, titolare dell'erboristeria Erbamia di via Arduino ad Ivrea commenta: «Questo sistema di pagamento è partito ufficialmente solo martedì scorso, 8 dicembre, giorno dell'Immacolata. Da giorni però i miei clienti chiedevano informazioni. Un parere? Sicuramente avere sino al 10% di sconto sugli acquisti, tramite il riaccredito della somma sul proprio conto corrente ha stimolato molti cittadini all’acquisto».

Anche Mariagrazia Sgueglia, 63 anni, titolare del negozio d'abbigliamento Progetto Orma di via Arduino sempre ad Ivrea racconta: «Personalmente trovo il cashback invadente sulla privacy poichè fornisce a terzi la gestione dei propri conti correnti. Io mi sarei orientata su altri progetti di sostegno alle famiglie. Magari più immediati e senza spazi alla speculazione».

Secondo Massimiliano Fornero, 48 anni, titolare del negozio d'abbigliamento Fornero calzature sempre in via Arduino ad Ivrea «questo sistema di pagamento non crea, ma nemmeno combatte l'evasione. La clientela ci ha chiesto informazioni sia sul cashback che sulla lotteria degli scontrini perché non ha ancora le idee chiare. Non reputo il cashback un sistema di controllo delle spese degli italiani in questo periodo. Credo sia però un meccanismo che avvantaggi coloro che hanno già buone possibilità economiche. In sintesi: non lo vedo come metodo di sostegno alle famiglie che versano in difficoltà e non combatte l'evasione. Vedremo cosa succederà con la lotteria degli scontrini ma al momento mi sento di dire che nessuna di queste due novità governative stia decollando, almeno qui». Nessun cliente ha ancora chiesto informazioni sul cashback invece nel negozio di abbigliamento di Laura Bethaz, in via Palestro, come racconta la stessa storica commerciante: «Nessuna cliente si è soffermata sulle modalità di pagamento – afferma Bethaz – Purtroppo viviamo in un periodo complicato dove anche le azioni lanciate con buoni propositi s’inceppano, si prestano a valutazioni spesso strumentali o sono di per sè difficili da attuare laddove la tecnologia diventa ostacolo per chi non la sa maneggiare agilmente».

Intanto, cashback o meno, in attesa di un nuovo temutissimo ritorno in zona rossa dettato dagli assembramenti registrati ovunque, Canavese compreso, da Ivrea a Rivarolo, ai commercianti è stata offerta una boccata di ossigeno «ma non sufficiente - dicono in coro - per guardare al futuro con serenità». —

(Ha collaborato Loris Ponsetto)