Terremoto ad Haiti, manca tutto: cibo, acqua e cure mediche
Dopo che un violento terremoto di magnitudo 7,2, sabato, ha distrutto le infrastrutture e gli ospedali e ucciso almeno 1300 persone, i cittadini di Haiti stanno affrontando una grave mancanza di cibo, di acqua e di cure mediche. Gli ospedali sono al collasso e molte strade sono bloccate: le operazioni di soccorso e il rifornimento dei beni di prima necessità è reso ancora più difficile. Un numero molto alto, ma ancora indefinito, di persone, finora, risultano disperse, e si teme che possano essere rimaste intrappolate sotto gli edifici crollati.
Si tratta dell’ennesimo duro colpo per un paese ancora scosso dall’assassinio del presidente Jovenel Moïse, il 7 luglio, e mai davvero ripreso dal disastroso terremoto di 11 anni fa, che uccise circa 300 mila persone (ma il numero preciso non fu mai esattamente determinato) e rase al suolo gran parte della capitale Port-au-Prince.
Questo terremoto è ancora più distruttivo di quello del 2010, ma ha colpito una zona a minor densità abitativa. In particolare due città, Les Cayes e Jeremie, nella parte meridionale di Haiti, a 160 chilometri da Port au Prince, hanno riportato le più gravi devastazioni: poco più di mille morti sono stati accertati finora solo nel dipartimento amministrativo del Sud. Migliaia di case e un hotel a più piani sono crollati e alcune strade e ponti sono diventati impraticabili, rendendo ancora più complessi i soccorsi. L’epicentro del sisma è a 8 chilometri da Petit Trou de Nippes, dove le linee telefoniche sono state interrotte.
La situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente nelle prossime ore, a causa dell’arrivo (tra oggi e domani) della tempesta tropicale Grace, che nel giro di pochi giorni potrebbe esporre potenzialmente Haiti a devastazioni aggiuntive. Secondo il Centro nazionale degli uragani (Nhc) di Miami, Grace, con un movimento di difficile previsione, la tempesta ha raggiunto le Isole Leeward e sta avanzando verso Puerto Rico, la Repubblica dominicana e Haiti. Il primo ministro del Paese, Ariel Henry, ha dichiarato lo stato d’emergenza: la misura resterà in vigore per un mese.