Charles Melton: i miei compagni mi prendevano in giro per i piatti coreani che cucinava mia madre
Il numero sempre più alto di crimini d’odio contro la comunità asiatica, soprattutto negli Stati Uniti, ha mobilitato molte celebrity a favore del movimento #StopAsianHate.
Tra queste anche il nostro Reggie di Riverdale, Charles Melton, che viste le sue origini coreane ha voluto raccontare la sua esperienza con razzismo e discriminazioni in una lettera aperta per Variety.
La questione, come ha raccontato, ha coinvolto la sua famiglia molto prima che lui nascesse: infatti sua madre, una giovane ragazza coreana, e suo padre, un soldato americano che prestava servizio proprio nel paese asiatico, hanno dovuto combattere contro aspre critiche e pregiudizi, trovandosi a difendere più volte la propria unione da commenti malevoli e discriminatori.
L’attore ha trascorso la propria infanzia insieme alle due sorelle in giro per il mondo, in diverse basi militari, per poi stabilirsi definitivamente negli Stati Uniti. «Non c’ho mai pensato prima – ha scritto nell’articolo – ma i ricordi legati a quel periodo non sono belli: mia madre veniva costantemente trattata come estranea e io mi sono sempre sentito, visto il lavoro di mio padre, un orgoglioso cittadino statunitense, cancellando quasi del tutto le mie origine asiatiche».
E, infatti, ha raccontato di essersi vergognato o sentito in imbarazzo quando questa parte veniva fuori. «A scuola nessuno mi ha mai insegnato nulla sul mio background culturale, sulla storia degli asiatici in Americana, quindi, semplicemente per me non esisteva. Quando i miei compagni mi prendevano in giro per i piatti coreani che cucinava mia madre mi vergognavo».
Una sensazione che l’ha accompagnato per lungo tempo: prima durante l’high school, quando non facevo altro che «inseguire l’american dream», e in seguito quando ha iniziato a fare l’attore. «Non ho mai detto nulla, anzi ignoravo, tutte le aggressioni o il razzismo sistemico che colpiva la mia gente. Sono stato in silenzio per paura di ritorsioni e, ora, non posso fare a meno di chiedermi quanto il mio comportamento abbia contribuito a creare la situazione che viviamo ora».
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Un percorso di autocoscienza che lo ha portato a venire a patti con il proprio background culturale e a essere finalmente «orgoglioso di essere coreano». Per l’attore, inizia quindi una nuova fase della propria vita: quella in cui vuole utilizzare la propria popolarità e il proprio lavoro per raccontare «storie inclusive e rappresentative» e per essere davvero di sostegno alla comunità asiatica.
Raccontare pubblicamente i propri errori non deve essere stato facile, così come capire quanto peso abbiano le proprie origini, ma Charles Melton ha dimostrato che guardare avanti si può e, ora, il movimento #stopasianhate può contare su una nuova voce in più che, visto il suo pubblico, può essere determinante.