Perché ci innamoriamo sempre d’estate?
Da ragazza che ha vissuto tutte le sue estati in montagna, le mie vacanze estive hanno sempre avuto ben poco da spartire con mondo tutto tintarella & beach volley dipinto da Sotto il sole di Riccione. Seguendo le storie in salsa Vanzina 2.0 dei protagonisti, però, mi sono resa conto dell’unico collante che tiene insieme non solo il film, ma anche le esperienze vacanziere della stragrande maggior parte di noi, a prescindere dalle destinazioni, è una: la magia delle cotte estive.
Perché ci innamoriamo sempre d’estate? Me lo sono chiesto guardando il film, un omaggio al suo illustre predecessore, Sapore di sale, ma che si inserisce anche tra le centinaia di opere tra canzoni, film e libri, che da sempre cercano di raccontare la centralità dell’esperienza sentimentale nel corso delle nostre villeggiature estive.
Facendo un po’ di ricerche, ho trovato degli studi che confermerebbero un nesso scientifico tra l’arrivo della bella stagione e l’aumento degli innamoramenti.
La colpa è di un cocktail, ma non di alcolici, bensì di ormoni: metti una copiosa dose di serotonina (gentilmente fornita dall’esposizione solare), aggiungi l’attivazione delle aree neuronali della dopamina e l’aumento alle stelle della feniletilamina, shakera bene ed ecco che la noradrenalina è pronta a raggiungere l’ipotalamo risvegliando desiderio ed eccitazione sessuale.
In un linguaggio più comprensibile, significa che il mix di sole, temperature accoglienti e una maggiore possibilità di socializzazione contribuiscono a instaurare quei processi neurobiologici che ci fanno sentire più aperti, euforici e interessati al contatto con gli altri.
Insomma, se è vero che l’amore non conosce ragioni, l’attrazione invece dipende da meccanismi scientifici misurati: quando questi si attivano, il gioco è praticamente fatto, e questo spiega anche perché d’estate siamo più aperti a flirtare con persone con cui nella “vita reale” difficilmente riusciremmo a instaurare una relazione duratura.
La magia dell’amore estivo, quindi, dipende un po’ meno dal fato e dalla coincidenze karmiche in cui abbiamo creduto per anni, e un po’ più dal nostro funzionamento naturale («siamo fatti per amare» cit.) ma questo non rende le nostre esperienze meno elettrizzanti, anzi, ci aiuta a capire perché è importante assaporare il momento, senza pensare al futuro.
Ma dopo allora? Che succede? Non lo sappiamo, proprio come non lo sanno i protagonisti di Sotto il sole di Riccione quando alla fine del film Furio chiede alla comitiva di promettere di rivedersi tutti l’anno successivo nello stesso stabilimento e Tommy risponde: «Non succederà mai, però sti cazzi raga, ci siamo divertiti o no?».
Alla fine, le temperature torneranno a scendere e così gli effetti inebrianti di quell’eccitante miscela ormonale. In fin dei conti, è veramente come cantano i Thegiornalisti nel singolo che presta il titolo al film: La notte è giovane / Sognami adesso / Parlami d’amore che domani non sarò lo stesso.
Per fortuna siamo ancora nel cuore dell’estate e domani è ancora molto lontano.