«Sotto il sole di Riccione»: la commedia estiva che profuma di tradizione
Fosse uscito nel pieno del lockdown, Sotto il sole di Riccione avrebbe avuto il sapore della nostalgia, il merito di riportarci a un tempo in cui si poteva fare un bagno senza l’obbligo di mantenere tre metri di distanza tra gli ombrelloni e le sdraio. Il film, diretto da YouNuts! e ideato da Enrico Vanzina, si affaccia, invece, su Netflix durante il lockout, con gli italiani che iniziano timidamente a superare la ritrosia iniziale affollando le spiagge e abbandonando le mascherine sotto la sabbia come le bottigliette di plastica semivuote che pochi si prendono la briga di smaltire. Che si tratti di un’era a.C. o d.C. ante-Covid o dopo-Covid, Sotto il sole di Riccione ci riporta a quei cult vacanzieri che nei decenni passati sono riusciti a raccontare l’umanità sotto l’ombrellone, a spostare i drammi e gli amori nella tipica stagione in cui tutto si vive intensamente e poi, con la stessa facilità, si torna alla vita di sempre con le prime piogge di settembre.
https://www.youtube.com/watch?v=dtdsYAj_6WIIl film, il cui titolo, così come Sapore di mare, si ispira al ritornello di una canzone popolare dei Thegiornalisti, racchiude tutto il meglio dello spirito originale di quei film: i personaggi sono tanti, poco sfaccettati ma comunque di compagnia, le musiche ben dosate e i colori vivaci e sgargianti. La furbizia è legata soprattutto al desiderio di accontentare sia la quota teen, la più preponderante, che la quota over, incarnata dagli unici tre personaggi sopra i 30 anni del film, ossia Isabella Ferrari, Luca Ward e il grande Andrea Roncato, che aveva già regalato un’ottima performance in Notti magiche di Virzì. La storia è quella tipica dei ragazzi che in estate vogliono innamorarsi e divertirsi, esattamente come i protagonisti di Sapore di mare che continuiamo a citare, oltre per la presenza della Ferrari, fil rouge tra il passato e il presente, perché le atmosfere continuano a essere quelle lì, solo infarcite dalle «friendzone» e dai «match» in cui si imbattono i Millennials e la Generazione Z oggi.
Al di là delle prevedibilità di quasi tutti gli snodi narrativi, è un escamotage interessante, anche se vi aveva fatto ricorso anche Paolo Ruffini in Fuga di cervelli, quello di soffermarsi su un protagonista cieco, interpretato da Lorenzo Zurzolo, che fatica più degli altri a trovare l’anima gemella in un’età in cui la tempesta ormonale si scatena con intensità incontrollabile. Zurzolo, noto ai frequentatori di Netflix per aver preso parte a Baby, è uno dei tanti nomi dei quali Sotto il sole di Riccione si avvale per garantire la massima «viralità» dell’operazione: insieme a lui ci sono, infatti, anche Ludovica Martino da SKAM Italia, Saul Nanni da Alex & Co., Fotinì Peluso da La compagnia del Cigno, Giulia Schiavo da Un Posto al Sole e Cristiano Caccamo dal Paradiso delle Signore e Provaci ancora Prof, probabilmente il nome più virale sui social, quello che le fan allegano per giustificare la visione incondizionata del film. Forse, in un momento in cui sentiamo tutti il bisogno di leggerezza, concedersi una commedia che non ha nessuna voglia di travestirsi da cinema sociale ed impegnato è la soluzione più giusta, il modo migliore di passare una serata in maniera libera e spensierata. E, se anche certe derive della trama non ci convincessero, c’è sempre Tommaso Paradiso che ci ricorda quanto ci manchi l’energia di un live show sulla spiaggia.