A Parigi il summit sulla moda circolare
La scelta di acquistare un capo di abbigliamento ha una ricaduta sull’ambiente. È finita l’età dell’innocenza, lo shopping non può più essere spensierato come un tempo se si pensa che, stando ai dati diffusi dalle Nazioni Unite, l’industria della moda è responsabile per circa il dieci percento di tutte le emissioni di gas a effetto serra, più delle industrie aeronautiche e marittime internazionali messe insieme. Un impatto tale che rende il fashion un settore altamente inquinante visto che ogni anni viene buttata circa l’80% della produzione di abbigliamento globale.
Che fare quindi? Innanzitutto diventare consumatori consapevoli e applicare i principi dell’economia circolare anche nel nostro guardaroba. Di questo e di tanto altro si parlerà durante la settimana della moda parigina in occasione del Circular Fashion Summit in programma sabato 28 settembre a Station F, il più grande incubatore di startup nel mondo dove hanno casa anche colossi come Apple, Google, Facebook e Amazon. Organizzato e promosso da Lablaco, una delle startup ospitate a Station F, si tratta della prima pietra posata in vista di un’azione collettiva con obiettivi da misurare nell’arco di un anno. Lablaco è la prima piattaforma di moda circolare fondata nel 2016 da ShihYun Kuo e Lorenzo Albrighi con un obiettivo molto ambizioso: creare una community globale di consumatori, brand, influencer e creativi che capiscano che in ogni decisione, dal momento dell’acquisto, della creazione o dello smaltimento, è importante per le sorti del pianeta in cui viviamo.
Dal 28 settembre ognuno di noi potrà partecipare alla campagna collettiva #FashionFootprintChallenge che ha lo scopo di raggiungere in 365 giorni i tre goal di cui si discuterà al Circular Fashion Summit (riusare, tracciare e rimettere in circolo). L’invito di Lablaco è quello di scandagliare l’armadio, individuare quei vestiti che non indossiamo più e donarli condividendoli sul marketplace. L’idea è quella di rimettere in circolo 100mila capi in 12 mesi regalando loro un più lungo ciclo di vita. Questa operazione mira a risparmiare circa 2mila tonnellate di CO2 e 3milioni di litri di acqua che sarebbero impiegati nelle discariche e negli inceneritori di tutto il mondo. In cambio si possono ottenere sconti per acquistare capi di brand che adottano la stessa filosofia di Lablaco, al contempo inquinando meno. Per ogni capo condiviso si aggiornerà il contatore globale ma a seconda dell’uso che facciamo degli abiti attraverso la piattaforma potremo vedere quanto noi stessi avremo risparmiato di CO2. Tutte le info su www.circularfashionsummit.com e per non perdere un aggiornamento la CFS newsletter.