Golf, Solheim Cup 2019: Europa, clamorosa vittoria per 14.5-13.5 sugli Stati Uniti, Suzann Pettersen firma il miracolo a Gleneagles!
Nessuno se l’aspettava, nessuno aveva anche solo pensato per un attimo che l’Europa potesse battere gli Stati Uniti in quest’edizione della Solheim Cup. E invece, accade a Gleneagles quello che, con il margine più grande di sempre in termini di ranking medio tra le due squadre (parliamo di quasi 80 posizioni, 29.4 il dato statunitense, 107.2 quello europeo), fa gioire i presenti sul mitico percorso scozzese. L’Europa vince 14.5-13.5 e si porta a casa la Coppa, con un finale di giornata da consegnare alla storia.
La parte iniziale dei 12 singoli si caratterizza per la partenza sull’8-8: sono dunque fondamentali i successi della spagnola Carlota Ciganda su Danielle Kan (1UP), dell’inglese Georgia Hall e della francese Celine Boutier su Lexi Thompson e Annie Park (2&1 in entrambi i casi), che fanno da contraltare al 2UP di Nelly Korda sulla svedese Caroline Hedwall.
Gli Stati Uniti, però, sembrano prendere il largo nella parte centrale, con Angel Yin che contiene con un 2&1 il recupero della spagnola Azahara Muñoz, Lizette Salas che la spunta per 1UP sull’olandese Anne Van Dam, Brittany Altomare che sfodera un 5&4 sull’inglese Jodi Ewart Shadoff, e infine Jessica Korda che batte per 3&2 la tedesca Caroline Mason. Non solo: Megan Khang, proprio alla buca 18, riesce a pareggiare il match che stava perdendo con l’inglese Charley Hull.
Si riduce tutto, così, agli ultimi tre duelli: l’ultimo a partire è anche il primo di essi a finire, con la svedese Anna Nordqvist vittoriosa per 4&3 su Morgan Pressel. Tocca alla norvegese Suzann Pettersen e all’inglese Bronte Law diventare pezzi di leggenda della Solheim: la seconda batte per 2&1 Ally McDonald, ma soprattutto la prima riesce a conquistare, proprio alla buca 18, un vantaggio ultimo, definitivo e dal sapore di 14.5-13.5. Perché per fare la storia, in fondo, basta un putt da due metri e poco più.
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federico.rossini@oasport.it
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Foto: LaPresse