First Aid, la procura generale boccia indagine su Brait e dirigente Asst
PAVIA. I quattro proscioglimenti decisi dal gup di Pavia Fabio Lambertucci nel procedimento sulle ambulanze della cooperativa First Aid vanno confermati. La richiesta è arrivata, a sorpresa, martedì mattina dalla sostituta procuratrice generale Celestina Gravina nell’udienza davanti alla Corte di appello di Milano, fissata per discutere del ricorso proposto dal sostituto procuratore di Pavia, Roberto Valli.
Anche per la procura generale di Milano, che non ha risparmiato critiche sui motivi dell’appello, sono «infondate» - e quindi non si può avviare un processo - le accuse di frode e turbativa d’asta che erano state ipotizzate per Michele Brait, l’ex direttore generale di Asst Pavia (avvocati Marco Casali e Luca Angeleri), e per il funzionario, sempre dell’azienda socio sanitaria territoriale di Pavia, Davide Rigozzi (avvocato Lorenzo Bertacco).
Erano stati prosciolti (e la pg ha chiesto la conferma) anche Luigia Milano (moglie di Francesco Calderone, uno degli amministratori della cooperativa con sede a Bollate) e per il fratello Angelo Milano, che era accusato di ricettazione perché, secondo la procura, trovato in possesso di apparecchi medici risultati rubati.
Un’indagine durata tre anni
Il caso è quello dei trasporti sanitari gestiti in provincia di Pavia, dal 2016 al 2020, dalla cooperativa First Aid. L’indagine, avviata proprio nel 2020 e durata tre anni, era partita dalla gara da 2,3 milioni di euro assegnata dall’Asst di Pavia alla cooperativa, ma nel corso dell’inchiesta si era allargata a diversi appalti anche in altre città, in tutta Italia. Secondo il pm Valli, titolare dell’indagine, i responsabili della cooperativa First Aid (i fratelli Antonio, Francesco e Concetta Calderone) avrebbero realizzato un giro di affari attorno ai trasporti sanitari partecipando a svariate gare senza avere i requisiti.
Inoltre, per la procura le aggiudicazioni degli appalti sarebbero avvenute attraverso lo sfruttamento di manodopera e mettendo a disposizione ambulanze che erano già in servizio in altri appalti. Il pm, oltre che per gli ex amministratori, aveva chiesto il processo anche per Brait e Rigozzi, in relazione alla gara di Pavia: l’accusa per entrambi era di avere accolto una offerta, da parte della First Aid, che era antieconomica.
L’inchiesta della procura di Pavia era partita proprio dopo un esposto della Croce Rossa, che segnalava come la cooperativa avesse presentato un’offerta così bassa da impedire la partecipazione a tutte le altre associazioni.
La sentenza di Pavia
In udienza preliminare, a febbraio del 2023, il gup Lambertucci aveva però ritenuto di accogliere la richiesta i rinvio a giudizio solo per cinque imputati (gli ex vertici della coop) ma di prosciogliere Brait e Rigozzi, insieme ad altri due imputati. Il caso, almeno per questi imputati, sembrava chiuso, ma la procura di Pavia fece appello, criticando il ragionamento del giudice Lambertucci che nella sua sentenza aveva parlato di «teorema accusatorio suggestivo ma fragile» avendo gli accertamenti smentito l’esistenza di «accordi illeciti sulla gara». Un ragionamento invece condiviso dalla procura generale. La sentenza è prevista per il 12 settembre. —