“Congiura dimissioni”, il Tar dà ragione al sindaco Ceffa e chiude la vicenda di Vigevano
Vigevano. Andrea Ceffa rimane sindaco di Vigevano. Poco prima delle 15.30 di venerdì 10 maggio è stata infatti pubblicata la sentenza con cui il Tar di Milano ha chiuso la vicenda, almeno a livello amministrativo, del mancato scioglimento del consiglio comunale il 30 novembre 2022. Secondo i giudici prevale, infatti, la volontà del consigliere Riccardo Capelli di revocare la delega con cui aveva chiesto di presentare le dimissioni e quindi le stesse dimissioni. La decisione chiude almeno per il momento una vicenda che ha messo per parecchio tempo Capelli (FdI) sotto le luci della ribalta.
«È la prima circostanza ostativa sopra indicata (ossia la revoca della delega alla presentazione delle dimissioni) e contenuta nel provvedimento gravato – si legge nella sentenza – che di per sé impedisce il perfezionamento della fattispecie dello scioglimento del consiglio comunale, a prescindere dall’accertamento della seconda circostanza ostativa (ossia la mancata protocollazione della tredicesima dimissione). In conclusione, il ricorso è infondato e pertanto va respinto».
Il fatto
Il ricorso era stato presentato dai consiglieri Furio Suvilla, Emanuele Corsico Piccolini, Giulio Onori e Rimma Garifullina per il tramite dell’avvocato Lorenzo Tamos. Gli altri consiglieri di maggioranza si sono opposti con lo studio legale Mascetti. Nei giorni convulsi della cosiddetta “Congiura di Sant’Andrea” era stata scelta la strada delle dimissioni in blocco di oltre la metà dei consiglieri (13 su 24). Ne era nata una situazione decisamente complicata e che ha comunque ancora una pendenza penale presso il tribunale di Pavia (dovuta alla denuncia per la lettera di dimissione protocollata e poi scomparsa) e sulle cui tempistiche probabilmente a breve si otterranno delle risposte certe.
L’effetto del giudizio del Tar è invece immediato: il consiglio comunale, la giunta e il sindaco di Vigevano restano al loro posto. Ceffa però dovrà affrontare la parte finale del mandato (che potrebbe concludersi secondo alcune fonti nella tarda primavera 2026, con un mandato di oltre cinque anni e mezzo quindi) basandosi su una maggioranza risicata: 13 consiglieri contro 12, con il rischio che in qualsiasi momento si possa trovare in minoranza.
«Immaginavo che il motivo scelto dai magistrati amministrativi sarebbe stato questo, per le domande che erano state poste in udienza – spiega il sindaco Ceffa, appena raggiunto dalla notizia della vittoria nella “madre di tutti i ricorsi” –. Sono ovviamente molto soddisfatto dell’esito del ricorso».
Oltre a traballare per qualche giorno a livello di incarico, Andrea Ceffa aveva sofferto anche personalmente per questa congiura, al punto di commuoversi nel corso di una conferenza stampa tenutasi qualche giorno dopo, scoppiando in lacrime per la tensione accumulata.Oliviero Dellerba