Palazzina collassata in via De Motis: i residenti chiedono controlli ai terreni in tutta la zona
PAVIA. Chiedono che nella zona tutto intorno alla palazzina collassata di via De Motis venga svolta un’indagine idrogeologica. Sono i residenti di questa zona che dal 24 febbraio 2021 vivono un’esistenza sospesa: sia le famiglie sfollate dalla palazzina che quelle che vi abitano intorno.
In consiglio comunale
I cittadini hanno affidato le loro preoccupazioni e le loro richieste alla consigliera comunale di opposizione Angela Gregorini (Azione) che, in occasione dell’ultima seduta di Consiglio, ha presentato una richiesta in questo senso. Ha chiesto cioè al sindaco Fabrizio Fracassi se il Comune abbia mai effettuato una perizia idrogeologica e il primo cittadino ha risposto di no.
«Poiché – ha aggiunto Gregorini – nonostante una consulenza tecnica d’ufficio i residenti non hanno ancora capito quale sia stata la causa del cedimento delle fondamenta, e poiché temono che lo stesso problema possa riguardare anche le abitazioni limitrofe nelle quali si continua a vivere, i cittadini chiedono che vengano fatti questi accertamenti di tipo idrogeologico per escludere l’eventualità che altre case possano seguire il destino della palazzina di via De Motis». Chiedono, insomma, di sapere con precisione come stiano le cose e di scongiurare altri, eventuali cedimenti.
Ordinanza di abbattimento
Più volte, in Consiglio comunale, il consigliere del Movimento 5 stelle, Vincenzo Nicolaio, ha chiesto perché il sindaco non proceda con una ordinanza di abbattimento per la palazzina che si è inclinata su un lato. Vero che l’immobile è di proprietà privata, ma quando vi siano pericolo per l’incolumità dei cittadini, il sindaco può “sostituirsi” al privato disponendo, appunto, che la palazzina venga abbattuta. Nonostante le richieste e le sollecitazioni di Nicolaio, tuttavia, ad oggi non è stato adottato alcun provvedimento in quel senso.
Il 24 febbraio 2021, le fondamenta della palazzina C di via De Motis collassarono e il fabbricato si inclinò. Più di tre anni dopo non si è mosso niente: l’edificio è ancora in bilico, come le sorti delle nove famiglie residenti e dei loro vicini, al centro di un incubo da cui non si sono svegliati, nell’indifferenza dell’amministrazione, che ha derubricato il fatto a spiacevole vicenda tra privati.
Le barriere
Il disagio non riguarda solo gli sfollati dalla palazzina pericolante. In via Trecourt, ad esempio, venne installata una barriera per riparare le case da un eventuale crollo, con la chiusura della via al passaggio delle automobili. E la barriera, tre anni dopo, è ancora in sede con tutti i problemi a essa connessi. —
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