Bambini e tecnologia: ma fra i piccoli viene la tv
Il lockdown ha certamente cambiato il rapporto degli italiani, anche dei più piccoli, con la tecnologia. Ci sono però delle costanti che racconta un rapporto Doxa pubblicato da Repubblica che raccontano i bambini e i ragazzi italiani fra i 5 e i 13 anni meno tecnologici di quello che si potrebbe immaginare, almeno fino a che non hanno in mano uno smartphone.
I dati sono stati raccolti prima della pandemia attraverso i genitori di chi ha meno di 14 anni. Sono quasi 5 milioni fra bimbi e ragazzi che non compaiono nelle statistiche per questione di privacy.
Per i più piccoli è ancora fondamentale la televisione. A questa non rinuncerebbe il 72% di chi ha fra i cinque e i sette anni. La percentuale scende salendo con l’età e va sotto il 50% solo verso i 12 anni. Aumentano in contemporanea le percentuali di Youtube e Social Network. C’è però da dire che spesso la televisione tradizionale è diventata mezzo per visione di altro e che su Youtube si vedono fuori cartoni animati che di solito sono in tv. I mezzi non sono più nettamente separati come un tempo.
Rispetto ai decenni passati ci sono canali interamente dedicati ai cartoni animati. In media vengono guardati dal 64% dei ragazzi con punte più alte per i piccoli entro le prime due classi della scuola elementare. Mediamente la tv occupa il 77 per cento del tempo libero dei ragazzi, con il palinsesto classico e quello on demand. Solo dai 12 o 13 anni risultano più interessanti film e talent.
Il vero spartiacque è però l’arrivo del primo telefono che per la maggior parte dei ragazzi coincide con l’inizio della scuola media. A 10 anni il 48 per cento dei ragazzi ne possiede già uno. Si arriva all’84% con il cambio di scuola. Da qui il cambio anche nell’intrattenimento. Da 12 anni in su il 96% dei ragazzi fa qualcosa sul web: chat, musica, youtube, giochi on line, social network con TikTok ormai davanti a Facebook.
Da tempo pediatri e pedagogisti dicono però che l’eta per avere uno smartphone dovrebbe essere più alta. Secondo Elisabetta Rossini ed Elena Urso, autrici del libro I bambini devono fare i bambini, «i bambini non hanno né necessità né giovamento di alcun tipo nel possedere un telefono. Anche per i ragazzini la necessità è veramente ristretta. Quando cominciano ad allontanarsi da casa, in viaggio, al massimo». Non in quinta elementare dunque, dalla fine delle medie è accettabile, e secondo le pedagogiste anche dopo servono accorgimenti. «Fino alla maggiore età il telefono dovrebbe essere controllato dal genitore, chat comprese. Niente password, non è un bene del ragazzo ed è data dal genitore che lo deve gestire. Bandito ai pasti e dopo le 21, da quell’ora in poi si fa altro, piuttosto guardare la tv».