«Little Fires Everywhere», la serie dell’estate
Lo avevamo scritto. Chiesto, quasi. E, nella gara che (secondo noi) avrebbe dovuto compiersi, un vincitore c’è stato. Amazon Prime Video ha acconsentito a distribuire online Little Fires Everywhere, non «una» serie, ma «la» serie da vedere alle porte dell’estate. La produzione, adattamento televisivo dell’omonimo romanzo scritto da Celeste Ng, sarà rilasciata sulla piattaforma streaming il 22 maggio prossimo, giorno in cui la piccola comunità di Shaker Heights, con i suoi torbidi segreti di provincia, sarà costretta a rivelarsi.
LEGGI ANCHE
Perché «Little Fires Everywhere» è la serie che vorremmo vedere«Reese Witherspoon e Kerry Washington, insieme a Liz Tigelaar, hanno creato quel genere di contenuto televisivo, emozionante ed esclusivo, che i nostri clienti amano. C’è un grande fervore attorno a questo show», si è letto in una nota diffusa a mezzo stampa dai vertici di Amazon Prime Video, cui le ragioni di un tale clamore possono essere presto spiegate.
https://www.youtube.com/watch?v=j9mIZXcjFiI&feature=youtu.beLittle Fires Everywhere, prodotta e interpretata da Reese Witherspoon e Kerry Washington, ha un che di normalizzante. Non racconta di omicidi né di improbabili sogni americani. Racconta di madri, e nel farlo riesce, senza alcun giudizio, a metterne in luce le criticità: la debolezza che si muove sotto la superficie dell’apparenza, i modelli (spesso) fallimentari, la miriade di chimere mascherate da certezze. Reese Witherspoon, l’avvenente e perfettissima Elena Richardson, è madre di quattro figli e moglie di un marito, Joshua Jackson, scelto per quell’aria di amabile sicurezza che pareva trasmettere. Per sposarsi e crescere i propri bambini, ha rinunciato all’amore, vero e passionale, al lavoro dei suoi sogni. Ha rinunciato ad ogni rischio, sopprimendo ogni rigurgito di insofferenza. Ma nell’incontro con Mia Warren (Kerry Washington) quel che nel tempo ha nascosto ritorna, con prepotenza e ferocia.
Mia Warren è la nemesi di Elena Richardson. Madre single e vagabonda di una figlia senza regole, cova sogni nobili. È un’artista, aiuta i deboli e protegge, o così pare, un passato misterioso, dove gli spettri della maternità surrogata, di un’omosessualità latente e di bambini «rubati» si intrecciano a formare una delle storie più avvincenti di quest’anno televisivo.