Incendio all’Hilton di Trieste, riapre la parte storica
foto da Quotidiani locali
TRIESTE. Nella notte tra il 4 e il 5 febbraio 2021 scoppiava un incendio al primo piano dell’hotel “Double tree by Hilton Trieste” in piazza Repubblica, l’ex sede della Ras costruita tra il 1909 e il 1914 in stile eclettico su progetto di Ruggero e Arduino Berlam. Le indagini accertarono l’assenza di dolo, i danni furono ingenti anche perchè colpirono la parte storica, quella nella quale lavoravano i Frigessy, la dinastia che a lungo aveva governato la compagnia assicuratrice.
Hotel chiuso per settimane
L’hotel rimase chiuso tre settimane, per consentire un primo recupero, ma il foyer con l’ascensore storico, le sale del direttore e delle sedute per una superficie di circa 90 metri quadrati avrebbero avuto bisogno di più tempo per riprendere smalto e tono: quel tempo è finalmente venuto e nel pomeriggio di mercoledì 21 questi spazi saranno riaperti alla presenza del sindaco Dipiazza, della dirigenza della proprietaria Allianz real estate, del management della società gerente Hnh (famiglia Bocato).
Un restauro filologico
Un restauro “filologico” è stato così compiuto durante un cantiere durato una decina di mesi tra l’aprile 2023 e lo scorso gennaio. Lo ha diretto Aulo Guagnini, che era già stato consulente del primo lavoro, quello svolto tra il luglio 2017 e l’autunno 2019 a cura dell’impresa trevigiana Carron. Stavolta se ne è occupato la triestina Innocente & Stipanovich, coadiuvata da Opera Est e “vigilata” dalla Soprintendenza. Significativo al riguardo il titolo dell’invito diffuso dall’albergo per la lieta circostanza “La storia ritorna a splendere”.
Sede di prestigio della Ras
L’occasione merita un sintetico ripasso della “biografia” architettonica dell’edificio. Agli inizi del Novecento Adolfo de Frigessy pensò che la Ras avrebbe meritato una sede di imponente prestigio: indisse un concorso a invito al quale parteciparono le grandi firme dei progettisti triestini dell’epoca come Enrico Nordio, Giacomo Zammattio, Giorgio Zaninovich. Vinsero, come abbiamo visto, Berlam padre e figlio.
Dopo aver svolto la funzione amministrativa “istituzionale”, nel momento in cui Allianz (nel frattempo subentrata nella proprietà) affidava ad altri stabili l’attività lavorativa, il gruppo assicurativo assunse una decisione riguardo la futura destinazione di quel grande immobile, che sarebbe stato riconvertito a struttura recettiva.
Un restauro di due anni e mezzo
Il cantiere durò circa due anni e mezzo, accanto all’impresa Carron, che aveva già collaborato con Allianz, lavorarono il restauratore Renato Portolan e la designer di interni Chiara Caberlon. Un’operazione importante dal punto di vista qualitativo e quantitativo, mirata a ridisegnare 12.000 metri quadrati per ottenere quattro piani di albergo, dove sono sorte 125 stanze, di cui 25 suite, in grado di ospitare fino a 250 clienti. Al quarto piano “spa” e palestra. Allianz affidò la gestione alla famiglia Bocato, che, nata dal punto di vista imprenditoriale sulla riviera veneziana, ha ampliato il raggio d’azione a livello nazionale, con un “portafoglio” di 16 hotel. Talvolta, come nel caso triestino, ha attivato contratti di franchising con grandi marchi del settore quali Hilton, Accor, Best Western.