Vittorio Sgarbi silurato da presidente della Fondazione Canova: «Non sarà rinnovato»

foto da Quotidiani locali

Le strade di Vittorio Sgarbi e della Fondazione Canova si sono improvvisamente separate.

Il sindaco di Possagno, Valerio Favero, nato civico centrista e iscritto a Fratelli d’Italia da alcuni mesi, e che ha giurisdizione sulla Fondazione, lo ha "silurato".

Sgarbi non sarà rinnovato

«L'incarico a Sgarbi non sarà rinnovato», ha detto, ma ha anche specificato che la decisione non dipende dalle inchieste che riguardano il sottosegretario ai Beni culturali e popolare critico d'arte, ma che è stata presa prima «perchè la Fondazione ha bisogno di una figura più manageriale».

Sgarbi era stato nominato ufficialmente Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Canova Onlus - l'ente che gestisce la Gypsotheca e Museo Antonio Canova di Possagno - in data 26 gennaio 2019, durante la seduta del Consiglio di Amministrazione a Possagno.

Il critico negli anni della sua presidenza si era occupato del coordinamento delle attività in preparazione alle celebrazioni canoviane e soprattutto dei duecento anni dalla morte del Canova, nel 2022 quando la Gypsotheca e Museo Antonio Canova è stata al centro di una serie di iniziative culturali per celebrare il massimo esponente del neoclassicismo nel mondo.

La risposta del critico d’arte

Vittorio Sgarbi, interpellato sulla questione, ha replicato con aplomb: «Cado dalle nuvole, non ne sapevo nulla. Al mio successore auguro comunque le migliori fortune».

Qualche settimana fa Sgarbi si era fatto notare, sempre nel Trevigiano. Il critico d’arte, dopo l’incontro al “Dina Orsi”, aveva chiesto al sindaco Chies di poter visitare la rassegna di opere di De Chirico. Ed era stato subito accontentato

«Sto male, portatemi subito a Ferrara. Anzi no, trovatemi una tachipirina e, per favore, vorrei almeno vedere la mostra di De Chirico a Palazzo Sarcinelli».

Sono andato di persona a Rovereto comunicarglielo

Precisa il sindaco di Possagno, Valerio Favero: «Le cariche della Fondazione e di tutto il Cda andavano rinnovate a giugno, quando sono stato rieletto, ma abbiamo prorogato per via del bicentenario di Canova ad ottobre e abbiamo deciso di andare avanti fino a fine 2023 per terminare con gli ultimi eventi, la borsa di studio, la medaglia commemorativa e via dicendo. Poi con la nuova Giunta eletta con me abbiamo iniziato a lavorare sulle nomine e il rinnovo».

E cosa è accaduto? «Abbiamo deciso di cambiare rotta, dare una nuova linea e dunque rinnovare presidente e cda».

Glie lo ha fatto sapere? «Sono andato a Rovereto, ci siamo incontrati e glie lo ho comunicato a fine dicembre di persona»

Stretta di mano? «Ne ha preso atto. Non c’entra quanto accaduto successivamente, le vicende che lo vedono coinvolto, anzi me ne dispiaccio, ma la scelta era già stata fatta, ripeto, prima».

Rinunciate a un nome come il suo? «Grazie a Sgarbi e a tutto il cda e lo staff l’ente è cresciuto, si è lavorato in maniera ottima, basti pensare che i visitatori sono passati da 45 mila a 75 mila, Sgarbi ha fatto un buon lavoro, ma ora desideriamo dare un taglio manageriale diverso e continuare su questo solco»

Non glie lo ha imposto la politica? «Assolutamente no, nulla di tutto questo, ci tengo a dirlo nuovamente, la partita è un’altra».

La polemica sui nudi del 2022

Numerose le vicende che hanno visto Vittorio Sgarbi al centro dei riflettori, tra queste

quella con Giuseppe Pavanello, grande studioso del Canova e curatore dell’expo che si tenne a Treviso.

Sgarbi organizzò di persona la mostra “Antonio Canova e la scultura contemporanea”, inaugurata nel 2022 alla Gipsoteca canoviana di Possagno. Davanti alla porta di ingresso del “tempio della scultura” del Canova aveva posizionato la scultura di Giuseppe Bergomi esposta dove erano state collocate altre statue moderne, nudi e non nudi, affiancate alle opere dello scultore.

Da qui l’innesco della miccia.

Il danneggiamento della statua

Nel 2020 un turista austriaco aveva rotto tre dita della "Paolina Bonaparte" eseguita da Antonio Canova e conservata nel Museo gypsoteca Antonio Canova di Possagno. Sgarbi si era lanciato contro il danneggiamento: «Impedite a quella capra di tornare in Austria impunito».