Covid, via le mascherine all'aperto: è ufficiale. Ecco i casi in cui sarà necessaria
Stop alle mascherine all'aperto ma è obbligatorio averle con sè e utilizzarle in caso di assembramento. Restano invece obbligatorie al chiuso.
L'ORDINANZA
Lo prevede l'ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza in vigore da venerdì 11. Fino al 31 marzo 2022, si legge, "è fatto obbligo sull'intero territorio nazionale di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private" e " nei luoghi all'aperto è fatto obbligo sull'intero territorio nazionale di avere sempre con sé i dispositivi di protezione delle vie respiratorie e di indossarli laddove si configurino assembramenti o affollamenti".
L'ordinanza precisa che non hanno l'obbligo di indossare il dispositivo di protezione delle vie respiratorie: i bambini di età inferiore ai sei anni; le persone con patologie o disabilità incompatibili con l'uso della mascherina, nonché le persone che devono comunicare con un disabile in modo da non poter fare uso del dispositivo; i soggetti che stanno svolgendo attività sportiva. Sono fatti salvi, in ogni caso, i protocolli e le linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali, nonché le linee guida per il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici o aperti al pubblico. Si precisa inoltre che "l'uso del dispositivo di protezione delle vie respiratorie integra e non sostituisce le altre misure di protezione dal contagio".
L'ordinanza produce effetti, come detto, a partire dall'11 febbraio 2022 e fino al 31 marzo 2022. Le disposizioni si applicano anche alle regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano.
SILERI: UN SEGNALE DI FIDUCIA
Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa lo definisce «un segnale di fiducia per il Paese» e si spinge oltre: «Siamo all'inizio di una nuova fase, e con la solita gradualità si allenteranno le altre misure come le mascherine al chiuso e il Green Pass». Intanto, «dobbiamo completare le terze dosi perché proteggono di più dalla malattia grave». Sono ancora 12 milioni le terze dosi da somministrare. Ormai inutili? «Farei attenzione a prendere a modello altri Paesi europei - risponde il sottosegretario -: i bilanci vanno fatti alla fine, quello è il momento di fare valutazioni. In una fase iniziale il Green Pass ha permesso le riaperture, è uno strumento che ci ha aiutato. Ha avuto anche la funzione di monitorare i contagi e incentivare le vaccinazioni».
STADI VERSO UNA CAPIENZA PIU' AMPIA
Si profila la riapertura degli stadi a capienze più ampie, con gradualità a partire dal 75% fino al 100%. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, e la sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali "stanno lavorando - informa una nota - congiuntamente ad un percorso graduale che prevede la riapertura a capienza massima degli impianti sportivi all'aperto ed al chiuso. Si lavora ad un primo allargamento, a partire dal 1° marzo, che porterà al 75% ed al 60% il limite delle capienze rispettivamente all'aperto ed al chiuso. Per poi proseguire con riaperture complete qualora la situazione epidemiologica continuasse il trend di calo".