Il campanile e i sindaci del futuro
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L’editoriale del 3 ottobre del direttore della Gazzetta di Mantova: nel Mantovano si vota per il rinnovo di sette amministrazioni comunali
MANTOVA. Non c’è alcuna simmetria tra le elezioni che oggi e domani indicheranno i sindaci di città chiave del Paese e quelle che porteranno nella nostra provincia a scegliere le amministrazioni in alcuni paesi. Che hanno di fronte, però, la stessa occasione importante: rinnovare o consolidare una classe dirigente, un suo frammento o una sua pepita, che si ritrova tra le mani un destino da gestire e indirizzare più grande di quello che le dimensioni di una qualsiasi località può far pensare.
Le elezioni comunali sono sempre state e sempre saranno, nel bene e nel male, il trionfo del campanile: con la possibilità di conoscere anche il dna dei candidati, gli intrecci delle loro relazioni, il pensiero e la postura. Un dedalo di conoscenza intima che si fa un baffo dei social e di molta propaganda, travalica sbiadite ideologie e appartenenze senza bisogno che si nasconda (come invece si fa) la propria identità sotto la sabbia del civismo che tutto confonde, al grido o al sussurro di “qui la politica non c’entra, qui non si fa politica”: un po’ come ci dicevano a scuola quando ci si lamentava perché le aule piovevano acqua dal soffitto.
Perché, di grazia, cosa si fa, cosa si farebbe se non politica in un Comune? Una giunta non è una Pro Loco né una parrocchia. Per questo ha bisogno prima di tutto di partecipazione: e sarà il primo verdetto che le urne daranno. E poi di consapevolezza: che frammentati, in competizione (tenera, nostalgica anche, quanto ingenua) con i paesi vicini, fratelli coltelli, non si va da nessuna parte. Mentre la creazione, passo dopo passo, di un tessuto connettivo di buon senso e buona amministrazione con obiettivi comuni può rafforzare un territorio più del carisma e dell’efficienza di un qualsiasi singolo sindaco. Qualche piccolo esempio capita di riuscire a raccontarlo da queste parti. Ne servono di più. Non lasciateli soli, uno contro l’altro, questi futuri governanti, votateli e chiedetegli questo: non ci perderete nulla, chiunque vinca.