Giro-E, a Novara le merdacce si scoprono fenomeni (con qualche allucinazione)
In concomitanza con il Giro d’Italia c’è anche il Giro-E: nove squadre con al massimo 6 «atleti» ognuna, guidate da corridori ex-professionisti, impegnate a contendersi il Giro d’Italia in e-bike
Domenica 10. Il ciclismo è così: un giorno ti senti fantozzianamente una «merdaccia», un altro un fenomeno. Probabilmente è più vera la prima sensazione. Ma tant’è, oggi ci siamo sciroppati 62 km tra Villanova Monferrato e Novara alla non indifferente media dei 30 all’ora e, va da sé, senza utilizzare il motorino della pedalata assistita ché si attiva solo se viaggiate a una velocità inferiore ai 25 km orari. Insomma, abbiamo scacciato la sgradevole sensazione del giorno prima quando, sulle rampe della collina torinese, siamo stati sorretti, spinti, aiutati da compassionevoli avversari ché altrimenti il traguardo ce lo saremmo sognato. Perché il Giro-E, che si corre sulle stesse strade del Giro vero, è così: competitivo perché ci sono nove squadre guidate tutte da ex-professionisti come l’Enit, affidata al cinghialotto della maremma Max Lelli (14 Tour de France nel suo palmares), sponsor della manifestazione, che ci ha invitati a partecipare insieme ad altri giornalisti, blogger, free lance. Ma è anche una festa un po’ goliardica per chi ama andare in bici e per chi non c’è forse mai salito sopra e lo fa ora convinto che la pedalata assistita lo assolva da ogni fatica. Non è così. Ci vogliono fiato e gambe. Che il vostro «eroe», è doloroso ammetterlo, ha in scarsa misura. Oggi siamo riusciti a stare in gruppo con il resto della squadra, superato alla grande le due prove di regolarità con tanto di traguardo attraversato schierati tutti insieme e con la ragionevole speranza di rivincere la maglia rossa che sarà indossata anche domani da capitan Lelli.
Tutto bene, dunque? Forse. Due episodi però, ci hanno fatto riflettere. Il primo quando, evidentemente confusi dalla fatica, abbiamo scambiato una torre telefonica per la cupola di San Gaudenzio e il secondo quando l’ex professionista Andrea Ferrigato ci ha affiancato e ci ha detto: «Ti piace andare di potenza eh?» non capendo se eravamo vittime di una raffinata presa per i fondelli o oggetto di reale interesse sportivo. Propenderemmo per la prima ipotesi... Grande soddisfazione invece vedere uno spompato ex campione juventino come Moreno Torricelli, spinto più e più volte dai suoi compagni per riuscire a chiudere la corsa. E a fine gara osservarlo seduto in un angolo a fumarsi voluttuosamente una sigaretta. «Me ne dai una?”. Un peccato mortale! Domani tra Alba e Canale ci aspettano oltre 1000 metri dì dislivello...».