Perché in Veneto i contagi Covid sono tornati alti? Tanti i ricoveri in ospedale, ora preoccupa un paziente reinfettato
foto da Quotidiani locali
PADOVA. Le peggiori storie sono spesso quelle che si ripetono e così sembra anche per il lungo racconto della pandemia che dà tutta l’impressione di aver appena iniziato un nuovo capitolo in cui le minacciose varianti del virus rischiano di essere scomode protagoniste. Dopo la repentina discesa dei casi di contagio e dei ricoveri nell’ultimo mese, da qualche giorno si registra una nuova e per nulla rassicurante inversione di tendenza. E c’è poco di gridare all’allarmismo dei seminatori di paura, se a dirsi preoccupati sono i medici che combattono in prima linea il Covid.
Fra loro il professor Andrea Vianello, direttore della Fisiopatologia respiratoria dell’Azienda ospedale Università di Padova, a capo della Terapia subintensiva Covid. Il reparto, che ancora non si era liberato del tutto dei pazienti della seconda ondata, sta di nuovo riempiendosi con quelli che potrebbero essere i candidati della terza. Con un caso che, su tutti, desta più preoccupazione: un paziente che si è reinfettato. Aveva superato il Covid qualche settimana fa e si è ammalato di nuovo. Da qui il sospetto che ci sia lo zampino di una variante, probabilmente quella inglese di cui è già stato individuato - e spento - un focolaio a Padova. Si attendono gli esiti del sequenziamento del virus.
Quadro in evoluzione
«Fino alla scorsa settimana registravamo una discesa dei ricoveri» sottolinea Vianello, «tendenza che si è invertita da qualche giorno. È una dinamica diversa da quella che abbiamo osservato nella prima ondata della pandemia: allora non ci furono riprese dei contagi e dei ricoveri, il trend in discesa era stato costante fino a stabilizzarsi su numeri molto bassi. Oggi invece i numeri riprendono quota e anche abbastanza velocemente: vediamo ingressi sia dal Pronto soccorso con pazienti che arrivano già abbastanza gravi, sia da Malattie infettive per casi che si aggravano. E ci sono anche diversi giovani». Minaccia varianti
Un caso di reinfezione ha fatto suonare l’allarme: «Finora sono documentate reinfezioni a distanza di molti mesi» rileva il professor Vianello, «il paziente che abbiamo ricoverato nei giorni scorsi, invece, era stato dimesso poche settimane fa, guarito. Da qui il sospetto che possa essere intervenuta una variante del virus, motivo per cui abbiamo già inviato i campioni per il sequenziamento il cui esito ci dirà di più sulla natura del virus che ha causato la reinfezione».
Lo scenario
La fiammata di ottimismo che animava i medici nel vedere ogni giorno qualche letto in più vuoto, è stata soffocata dalla ripresa dei contagi, per pochi giorni scivolati sotto quota 5 mila e poi presto risaliti, alimentando via via la ripresa dei ricoveri. «La fase di stallo dopo la discesa è stata breve, i numeri hanno ripreso a salire» conferma Vianello, «e il timore è che ora crescano in fretta». E il Covid, un anno dopo, sembra a un nuovo punto di partenza