Giorgetti a Mantova spinge Rossi: l’aria sta cambiando, si può vincere

Il vice segretario federale della Lega attacca Pd e M5S: gestiscono solo il potere. Il candidato sindaco: porterò a votare 17mila elettori che di solito si astengono

MANTOVA. «Qui c’è la sfida più eccitante come in Toscana». Giancarlo Giorgetti, vice segretario federale della Lega, è nella sede del comitato elettorale del candidato sindaco del centrodestra, Stefano Rossi, quando pronuncia quella frase. «Per la prima volta - aggiunge - là in Toscana sentono la possibilità di vincere e vedono gli altri spaventatissimi».

Come qui a Mantova altro simbolo del potere Pd, «anche se non sarà facile - prosegue - L’ambizione è di sovvertire il pronostico che pareva scontato mesi fa. L’aria che si respira va in direzione contraria al governo e ha ripreso a gonfiare le vele di Salvini perché si è potuto riportare la politica sui temi che interessano la gente, come la sicurezza». E si chiede, Giorgetti, in un mix di situazione locale e toscana, tra gli applausi dei 35 sostenitori contingentati ammessi in sala (tanti altri aspettano fuori), «perché il Pd debba sempre essere al governo anche dopo aver perso disastrosamente le Politiche del 2018».

E a proposito di Pd sempre nella stanza dei bottoni, «non è detto che sia sempre così anche a Mantova». Per vincere, però, il 20 e il 21 settembre «bisogna convincere la gente, ancora impaurita dal Covid, ad uscire di casa per andare a votare: un piccolissimo rischio che vale la pena di correre per cambiare le cose». Il vice segretario leghista Incoraggia Rossi, ma lo mette in guardia: «Quando a breve esploderà il disagio sociale causato dalla pandemia sarà il sindaco a doversene occupare. E non sarà semplice».

Lui, Rossi, l’imprenditore senza tessera con simpatie leghiste, è determinato e senza paura: «Il clima - dice - a Mantova è diverso. Un anno e mezzo fa sembrava tutto già scritto e ora, invece, il riscontro è molto positivo. La gente ha capito la differenza tra l’ordinaria amministrazione loro e noi che proponiamo una città diversa. Lavoro, infrastrutture e sicurezza: ecco quello che ci chiede la gente. Qui c’è un problema enorme per il lavoro, e l’ultima infrastruttura costruita è una passerella per le bici a Porto Catena. Saranno dieci giorni di fuoco - prevede - ma non abbiamo paura. Abbiamo quattro liste con 128 ambasciatori tra Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e la vera lista civica per portare al voto i 17mila elettori che storicamente stanno a casa. Siamo convinti di potercela fare, e già al primo turno».

Giorgetti che, poi con Rossi ha avuto un incontro riservato con un gruppo di imprenditori, si sofferma anche sul prossimo processo a Salvini sui migranti trattenuti sulla nave («ha difeso l’interesse nazionale e fatto quello per cui la gente lo aveva votato») e attacca Pd e M5S:«Prima si sono presi a pesci in faccia e ora, pur di gestire il potere hanno rinunciato alle loro battaglie su cui si erano impegnati in campagna elettorale». Tutto l’opposto della Lega che, quando «si è accorta di non poter fare quello per cui era stata votata» ha lasciato il governo. E conclude: «Il tema decisivo è il lavoro, ma il governo continua con i soldi a pioggia trasformando tutto nella cultura dell’assistenza. Dovrebbe, invece, fare in modo che chi vuole lavorare lo possa fare».