L’Italia si blinda, In una sola settimana scoperti 120 focolai. E il Friuli passa a "rischio moderato"
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Il rapporto dell’Istituto di Sanità. Salgono a 9 le Regioni a rischio Quarantena per i lavoratori che arrivano da Romania e Bulgaria
ROMA. L’epidemia continua ad andare in altalena, scendendo ieri da sopra quota 300 a 252 nuovi contagi. Ma il Report versione «secretata» di Iss e Ministero della Salute sulla settimana dal 13 al 19 luglio disegna un’Italia del contagio dove le regioni a livello di rischio «moderato» da tenere d’occhio salgono da 6 a 9: Emilia Romagna, Friuli, Liguria, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto.
Quattro Regioni sopra il limite. L’R con t, l’indice di trasmissione a livello nazionale scende appena sotto la soglia di allarme di un contagio per ogni positivo, con una media di 0, 95. Ma quattro regioni sono sopra la soglia limite di 1: Emilia, Liguria, Bolzano e Veneto. Anche il trend dei contagi settimanali è in salita in 12 regioni su 21.
Risalita spesso dovuta a virus di importazione. Tanto che ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha dovuto emanare un’ordinanza per mettere in quarantena lavoratori e badanti che hanno soggiornato negli ultimi 14 giorni in Romania e Bulgaria, dove l’epidemia in questo momento galoppa.
In molti stanno tornando anche in bus e voli low cost dopo aver fatto una breve vacanza a casa propria. Qualche positivo si è contato già e il problema è che in diversi lavorano con anziani e persone fragili più esposte al Covid.
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I focolai e il monitoraggio. Restano numerosi i focolai attivi, sparsi lungo quasi tutto lo Stivale: 655 quelli che ancora sprigionano scintille, dei quali 433 nella sola Lombardia e 92 in Emilia Romagna, che ieri con 63 nuovi positivi, è balzata in testa nella poco ambita classifica dei contagi giornalieri.
Nella settimana presa in considerazione dal rapporto di nuovi focolai se ne sono accesi 120, undici più della precedente. Ma il problema è che i «cacciatori di virus» delle Asl adesso faticano a contenerli. E quanto questo sia pericoloso per il controllo dell’epidemia lo dicono nel loro linguaggio un po’più tecnico anche gli esperti nell’introduzione al monitoraggio settimanale. «È essenziale – scrivono- mantenere elevata l’attenzione e continuare a rafforzare le attività di testing-tracking-tracing (testare, tracciare e rintracciare) in modo da identificare precocemente tutti i potenziali focolai di trasmissione e continuare a controllare l’epidemia».
«In caso contrario -ammoniscono – nelle prossime settimane potremmo assistere ad una inversione di tendenza con aumento rilevante dei casi a livello nazionale». Di qui l’invito a «mantenere una elevata consapevolezza della popolazione generale sulla fluidità della situazione epidemiologica». Come dire: siamo al limite, se con movide e assembramenti non ci si dà una regolata rischiamo di tornare al punto di partenza.
Sistema sotto stress. Quanto il sistema sia sotto stress lo dicono tutta una serie di numeri del report. Prima di tutto su i 1. 341 nuovi casi della settimana ben 506, il 38%, sono di origine ignota. Non sappiamo insomma chi e dove siano coloro che l’infezione l’hanno trasmessa e potrebbero quindi trasmetterla ancora. Questo perché l’attività di contact-tracing, che consiste nell’identificare tutti contatti stretti di un nuovo positivo, isolarli e testarli è faticosissima.
A caccia dei contatti. A Roma per spegnere il focolaio dell’Irccs San Raffaele si è dovuti andare in giro per settimane a stanare oltre cinquemila persone a rischio. Ed ogni volta che si trovava un nuovo positivo si è dovuto ricominciare da capo. Per il «focolaio del sushi» di Savona si è andati a rintracciare e isolare 1. 600 persone. Ed ancora non è finita.
Solo che a fare tutto questo lavoro sono appena in novemila in tutta Italia, con differenze regionali che il nuovo report rimarca essere ancora più abissali. Si va infatti da un cacciatore di virus ogni 10mila abitanti in Veneto per finire a regioni sotto lo 0, 5, come Campania, Emilia e Lombardia. Dove la quota di focolai attivi è più alta, poi, minore è il numero di uomini a disposizione per spegnerli. Una situazione che dovrebbe suggerire agli italiani in vacanza o in fuga dallo stress in città di non soffiare sul fuoco