La visita specialistica si farà con il cellulare, decolla la telemedicina
Pronto il documento della Commissione salute delle Regioni sulle linee guida. Visita via web possibile in tutti i casi in cui non è necessario auscultare il paziente
UDINE. Sarà sufficiente lo smartphone per una visita specialistica. O in alternativa andrà bene anche un tablet o il computer, purché dotato di telecamera. Ciò che conta è che dallo specialista potremo anche fare a meno di andarci di persona, a meno che non sia proprio necessario che il medico ci ausculti, o ci sottoponga a un elettrocardiogramma, o abbia la necessità di valutare l’addome. Se invece “toccarci” non sarà indispensabile, allora sarà sufficiente la... televisita.
Diciamo che è un altro effetto - o meglio una accelerazione - del coronavirus che ha spinto a valutare con maggiore celerità le opportunità che la tecnologia già oggi mette a disposizione. La televisita, o telemedicina, è una di queste. In parte sperimentata durante l’emergenza (quanti non hanno richiesto una consulenza telefonica perché impossibilitati a recarsi a una visita o a farsi rifare, di persona, il proprio piano terapeutico?), si appresta ad essere una “normalità”.
E può rappresentare una opportunità aggiuntiva per smaltire gli arretrati di visite specialistiche rinviate durante il lockdown. Non solo, evita ai pazienti di doversi recare in ospedale, se non strettamente necessario, e agevola le Aziende alle prese con distanziamento, sanificazione, affollamento degli ambulatori, percorsi diversi per accessi e uscite ecc.
E anche per questo - ma la considerazione è personale -, ovvero per l’alleggerimento organizzativo e i minori costi, le tariffe dovrebbe essere riviste al ribasso. Invece, al momento, saranno le stesse, anche in termini di compartecipazione (ticket) dei cittadini. Insomma una televisita o una visita in presenza, costeranno lo stesso (o saranno esenti se il cittadino non è tenuto al pagamento).
La telemedicina si avvia a diventare strutturale ma in quadro di regole che la Commissione Salute delle Regioni ha già definito e che lunedì sarà all’esame dei Governatori. Regole che hanno l’obiettivo di rendere la televisita uguale alla classica visita medica di persona. Alcune condizioni le abbiamo riassunte nel grafico che trovate in questa pagina, ma anche altre sono necessarie.
Ad esempio il consenso del paziente. Ci sono poi condizioni tecnologiche, come un collegamento di rete sempre disponibile, un portare web a cui i medici accedono per gestire i pazienti assegnati. Anche il paziente deve accedere al sistema e quindi dovrà avere le proprie credenziali. Dopodiché la persona si connette alla rete internet con gli strumenti digitali che ha a disposizione (computer, tablet, smartphone).
La televisita, al pari di una visita “normale”, richiede una prescrizione che deve essere fatta dal medico di famiglia. E può essere lui che indica direttamente nella ricetta la modalità delle televisita. Oppure può essere lo specialista che, una volta valutato il paziente, può ritenere sufficiente la televisita per l’appuntamento successivo.
La prenotazione resta obbligatoria, e quindi anche i Cup dovranno adeguarsi e iniziare a gestire anche le agende delle televisite, accanto a quelle delle visite tradizionali.
Nelle linee guida si raccomanda di evitare la televisita nei casi di «pazienti con patologie acute o riacutizzazioni di patologie croniche in atto; pazienti con patologie croniche e fragilità o con disabilità che rendano imprudente la permanenza a domicilio».
«Naturalmente - è la conclusione -, la valutazione finale degli strumenti idonei per il singolo paziente spetta al medico che ne ha la responsabilità».
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