Dal Governo arrivano tredici milioni. I sindaci bellunesi: «Servono altri soldi»
Il saldo del Decreto Rilancio è una boccata di ossigeno. D’Incà: «Attenzione ai territori, stanzieremo nuove risorse»
BELLUNO. Boccata di ossigeno per i Comuni e le Province: il Viminale sta per distribuire il saldo dei contribuiti messi a disposizione con il decreto Rilancio, a sostegno degli enti locali che hanno pagato a caro prezzo l’emergenza coronavirus.
Nel Bellunese arriveranno 13,6 milioni di euro: 8,8 sono destinati ai Comuni e 3,5 alla Provincia. La città di Belluno riceverà 1,3 milioni di euro. Risorse che fanno respirare i sindaci, che però avvertono: «Le nostre necessità non sono finite, abbiamo davanti partite delicatissime da affrontare. Il governo non si dimentichi di noi».
A ricevere la maggior parte delle risorse sarà Cortina (quasi 1,4 milioni di euro). Seguono Belluno (1,3), Feltre (531 mila euro) e Auronzo (478 mila euro).
Le risorse sono il saldo del DL rilancio, che aveva messo a disposizione tre miliardi di euro per gli enti locali italiani. L’acconto, erogato a fine maggio, era stato di 900 milioni per i Comuni e 150 per le Province. «Il governo dimostra attenzione nei confronti di Comuni e Province che, specialmente in questo periodo difficile, hanno lavorato con grande impegno per il territorio e per i cittadini», commenta il ministro ai Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà. «Al territorio bellunese saranno destinati 13,6 milioni di euro, somma importante per dare la possibilità agli enti locali di assicurare i servizi fondamentali», aggiunge, assicurando che il governo si impegnerà «per prevedere lo stanziamento di nuove risorse e per continuare a sostenere i territori e le nostre comunità».
«Sono Comuni e Province a gestire la maggior parte dei servizi alla popolazione», aggiunge il sottosegretario all’Interno Achille Variati. «Gli enti locali sono stati messi in grande difficoltà dagli effetti della pandemia, perdendo diverse tipologie di entrate. Da qui la necessità di un aiuto concreto, per evitare che il virus causi altre drammatiche ferite alle comunità». I Comuni hanno sofferto perdite di entrate soprattutto da Imu, Tari e addizionale comunale Irpef; le Province dalla tassa di trascrizione e l’RC Auto.
«Siamo ovviamente contenti per l’erogazione di queste risorse», premette il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro, «perché ci aiutano a fronteggiare l’emergenza, ma le nostre necessità sono ancora molte».
I Comuni avevano stimato perdite per dieci miliardi. Finora il governo ne ha stanziati poco meno di quattro. Da qui la necessità di tenere alta l’attenzione, affinché lo Stato stanzi altri fondi per gli enti locali. «È necessario un ulteriore aiuto», conferma il sindaco di Cortina, Gianpietro Ghedina. «Questo provvedimento è positivo, ma siamo tutti in difficoltà perché abbiamo avuto mancate entrate, abbiamo prorogato alcune tasse e imposte, abbiamo fatto manovre per aiutare cittadini e imprese. Noi, ad esempio, abbiamo reso gratuita l’occupazione suolo pubblico e abbonato un trimestre di Tari alle attività produttive. Ben vengano queste risorse, ma l’auspicio è che ne arrivino di ulteriori. Ne abbiamo bisogno».
Per i sindaci è difficile avere un numero certo che indichi di quanti soldi ci sarà bisogno entro la fine dell’anno. «La situazione è in continua evoluzione», continua Massaro. «È impossibile stimare la riduzione del gettito dell’addizionale Irpef, perché è basata sul reddito e sono molti i lavoratori entrati in crisi con il lockdown. Inoltre stiamo continuando a lavorare su misure per aiutare cittadini e imprese e abbiamo di fronte partite molto delicate da affrontare. Pensiamo solo ai contributi per le scuole paritarie e pubbliche, senza i quali il sistema rischia il default. Ad oggi non ci sono soldi per nulla, ecco perché servono altri aiuti da parte del governo».
Al Comune di Feltre l’emergenza coronavirus finora è costata un milione e mezzo di euro. I contributi dello Stato coprono circa la metà della cifra. «E c’è grande apprensione per il futuro», spiega il sindaco, Paolo Perenzin. «Non sappiamo se e quanto si aggraverà la situazione sociale, quanti cittadini potranno avere bisogno dell’aiuto del Comune. Le società sportive ce la faranno a ripartire? Le famiglie avranno i soldi per andare avanti? Sono interrogativi che ad oggi non possiamo sciogliere. La situazione di emergenza non è finita, e anche se le risorse in arrivo ci aiuteranno, ce ne serviranno ancora per far fronte al futuro con tranquillità». —