Inchiesta Diasorin: «Baldanti calunniato e diffamato. Non c’era conflitto di interessi»
Parla il legale del virologo: «Nell’interrogatorio ha replicato a tutte le contestazioni: si è dimesso dalla commissione sanitaria regionale dopo una seduta»
Tutto un equivoco. Un fraintendimento alimentato da qualcuno che ha voluto strumentalizzare la vicenda. La difesa del virologo Fausto Baldanti ha dato questa lettura della vicenda al magistrato. Il virologo subito dopo le perquisizioni ha voluto rilasciare agli inquirenti dichiarazioni spontanee.
Ad accompagnarlo, mercoledì mattina in procura, c’era l’avvocato Livio Podrecca di Piacenza, che ieri ha depositato anche una denuncia «contro affermazioni diffamanti o calunniose» rivolte a Baldanti. Nel mirino sono finite anche alcune trasmissioni televisive che avevano dato ampio spazio al caso Diasorin-San Matteo. «Noi riteniamo che ci sia un fraintendimento di fondo in questa vicenda che il professor Baldanti ha voluto chiarire – spiega l’avvocato Podrecca –. Un equivoco forse cagionato da una strumentalizzazione o presentazione dei fatti in maniera non corretta. Abbiamo documentato alcune ipotesi, di interessi di altro tipo, e le abbiamo sottoposte all’autorità giudiziaria. Di certo – aggiunge il legale – Baldanti ci teneva a chiarire la sua totale estraneità ai fatti contestati: stiamo parlando di un professionista specchiato, uno degli scienziati che ha dato di più in questi mesi nella lotta al Covid».
Il riferimento agli “altri interessi” riguarda i test pungidito. Se per la procura Baldanti avrebbe spinto per non utilizzarli, e questo avrebbe di fatto escluso altri metodi e altre ditte nella lotta al Covid, la difesa insiste proprio sulla tesi opposta: «A nostro parere c’è stata una manovra da parte di qualcuno che cercava di proporre sul mercato test che costituivano un grave rischio per la salute pubblica». Nessun pregiudizio, quindi, «ma uno studio approfondito condotto con 25 laboratori delle varie Asst lombarde – spiega il legale – da cui era emersa la scarsa attendibilità di questi test».
E il conflitto di interessi secondo cui Baldanti mentre era a capo del progetto scientifico avrebbe anche fatto parte della commissione regionale che doveva scegliere un approccio diagnostico omogeneo? «Ha partecipato a una sola riunione e poi si è subito dimesso – spiega il legale –. Per quanto riguarda il progetto, peraltro, lui ha dato solo il parere scientifico sull’idoneità della proposta fatta da Diasorin, che chiedeva solo una validazione del test». —