Lutti, addio allo storico fornaio di Cogozzo
Si è spento a 87 anni. E il coronavirus ha ucciso anche una donna di 47 anni di Viadana, ex dipendente di Seletti
VIADANA. I bambini di allora, oggi adulti spaventati, sorridono al ricordo del profumo meraviglioso del pane che arrivava dal forno di via Interna, tra la chiesa di San Lorenzo e la parrocchiale. Un profumo che li stordiva, che sapeva di vita.
Oggi a stordirli, a lasciarli senza fiato, è invece la notizia che Gioacchino Bona, lo storico fornaio di Cogozzo, non c’è più. Se n’è andato sabato pomeriggio, a 87 anni, all’ospedale Oglio Po, dove era ricoverato da alcuni giorni: il coronavirus gli ha portato via l’ultimo respiro. Sposato con Carla, padre di due figli, Franco e Gianni, con tutti loro da anni aveva allargato l’attività, con la passione che aveva coltivato per tutta la vita: preparare il più essenziale dei cibi.
Dopo lo storico negozio nel centro del paese, aveva aperto un forno a Fenilrosso.
Gianni concentrato sulla pasticceria, Franco con le mani su pane e pizza, moglie e nuora a gestire il negozio.
E Gioacchino, seppure in pensione, sveglio all’alba tutte le mattine per controllare tutto, perché in realtà senza quel profumo , di cui si era innamorato da ragazzino nella bottega di un maestro di Viadana, non avrebbe mai potuto vivere.
Per lui né camera ardente né rosario; lunedì pomeriggio alle tre e un quarto sarà seppellito al cimitero di Cogozzo.
E Viadana, che sta pagando un prezzo carissimo nell’emergenza sanitaria del coronavirus, ieri ha avuto un’altra vittima: Arianna Busetto Arcisa, di 47 anni.
Originaria di Venezia, separata, abitava a Viadana da anni, con il gatto Salem , a cui era molto affezionata.
Fino a due anni fa lavorava per la Seletti, l’azienda di arredamenti di design di Cicognara, dove seguiva la sezione commerciale dell’export.
Volontaria della Croce verde di Viadana, ultimamente era impiegata in un’azienda di Colorno. Appassionata di kizomba, frequentava con regolarità locali e feste di balli latino-americani.
Una donna piena di vita e di energia, nonostante una patologia cardiaca di cui soffriva da tempo. Era ricoverata all’Oglio Po dal 3 marzo, quando i sintomi del coronavirus avevano fatto temere il peggio.
Aveva reagito alle cure e stava migliorando, a piccoli passi, tanto che negli ultimi giorni aveva risposto su Facebook agli incoraggiamenti degli amici, promettendo una cena al suo rientro, appena possibile.
Domenica mattina un’improvvisa crisi cardiaca le ha spento il sorriso per sempre.