La svolta dell’Onu con il contributo dell’Associazione Coscioni: «Stop alle violazioni del diritto alla scienza»
Pronto un documento in cui si darà mandato ai governi di individuare una strategia per la circolazione delle corrette infromazioni scientifiche
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Mentre si è da poco concluso il Congresso Mondiale sulla “Libertà di Scienza” ad Addis Abeba in Etiopia, con la nascita di una rete transnazionale di parlamentari e scienziati per il “Diritto alla Scienza”, capitanata dalla Commissaria dell’Unione Africana Anyang Agbor con la partecipazione di Unione Africana, l’Onu annuncia una svolta epocale proprio su questo tema. È pronto un documento che inviterà gli stati membri delle Nazioni Unite a monitorare la corretta diffusione delle informazioni scientifiche. Il Commento Generale è stato preparato dall’Onu insieme all’Associazione Luca Coscioni e a Science for Democracy.
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Diritto alla scienza, la svolta dell’Onu
I Governi, come ha ricordato il Segretario dell’Associazione Luca Coscioni Filomena Gallo, saranno chiamati a relazionare costantemente sul rispetto di tale diritto rendicontando all’ONU le politiche adottate in materia di libertà di ricerca scientifica e di accesso alla tecnologia. Si dovrà dunque discutere a Ginevra, come attualmente accade per gli altri diritti umani fondamentali, di creazione e libera circolazione di conoscenza scientifica e di uguaglianza nell’accesso ai risultati tecnologici della ricerca stessa.
Il tema del diritto alla scienza sembra essere fondamentale e di attualità negli ultimi giorni caratterizzati dal dilagare dell’emergenza legata al coronavirus. Sono tanti i pareri autorevoli che collegano la mancanza di una corretta informazione sul virus alla diffusione più capillare dello stesso. Come ricordato da Marco Cappato, infatti: «In piena emergenza Coronavirus, la pronta risposta legata alla chiusura di aeroporti e costruzioni di ospedali non è coincisa con un’adeguata circolazione di articoli e pubblicazioni scientifiche disponibili al pubblico tecnico solo a pagamento, impedendo così la libera diffusione degli studi fatti dagli scienziati di tutto il mondo».
Il documento dell’Onu è figlio del lungo confronto che c’è stato proprio in Etiopia in merito al diritto alla scienza. All’appuntamento hanno preso parte 300 delegati provenienti da 35 paesi: si tratta di ministri e rappresentanti governativi da tutto il continente, ma anche scienziati, guidati dal Premi Nobel per la medicina Richard John Roberts.
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