Coco Gauff di calma e vita vissuta: “Stavolta sono entrata preparata”
Seconda qualificazione della carriera a un ottavo Slam e top 50 virtuale già agguantata. Più giovane giocatrice a battere una collega compresa tra le prime cinque della classifica da quando Capriati sorprese Sabatini a New York ’91 e terza della storia – dopo la solita Capriati e Martina Hingis – a vincere sette partite in un Major prima di compiere sedici anni. Sono numeri perlomeno anomali, converrete, più che sufficienti a portare in carrozza Coco Gauff sulle prime pagine di qualsiasi organo di stampa si stia occupando di tennis in questi giorni. La nuova impresa si è consumata nella mattinata italiana e il botto è stato rumoroso alquanto: la ragazzina ha battuto la campionessa uscente Naomi Osaka senza nemmeno dar fondo a tutto il repertorio, grazie anche alla cooperazione decisiva di una rivale scentrata come il nostro Pietro Scognamiglio ha evidenziato nella sua cronaca della partita.
Un terremoto che apre ancor più il tabellone dopo l’inopinata uscita di scena di Serena Williams, utile pure a vendicare la severa lezione inflitta da Naomi a Coco allo US Open della scorsa estate. Lì la ragazzina andò sotto la doccia molto velocemente, qui ha reso la pariglia. “Le differenze da allora sono molte, perché molte cose possono cambiare anche se sono passati solo cinque mesi. La differenza più grande sta nel fatto che stavolta sono scesa in campo con il match di New York ben stampato in mente. Allora non ero abituata a un gioco così aggressivo e a una velocità di palla così accentuata, mentre oggi sapevo ciò che mi aspettava. Inoltre, ripeto, alla mia età cinque mesi sono lunghissimi e ho imparato a essere molto più calma, preparata e ciò mi ha aiutata a partire meglio: negli Stati Uniti dopo dieci minuti perdevo tre a zero, mentre qui sono partita bene e la cosa ha fatto molta differenza“.
Una calma che traspare anche dai festeggiamenti post partita, molto più cauti rispetto a quelli ammirati soprattutto a Wimbledon. Un contegno dettato da una maggior consapevolezza di sé e dal contesto circostante, anche se a nemmeno sedici anni parlare di piena consapevolezza raggiunta potrebbe sembrare perlomeno prematuro. “Non lo so, è difficile a dirsi. Forse le prime volte esultavo così tanto perché non ero abituata a tutto ciò, non che adesso lo sia, ma è diverso. In verità oggi dopo il match point non ricordo nemmeno cosa ho fatto, ero travolta dalla gioia, ho solo cercato di godermi il momento ma ancora fatico a realizzare“. Le telecamere a un certo punto hanno sorpreso un labiale recitante “What’s My life?“. “Sì, perché è tutto incredibile. Sei così giovane, una ragazza normale e improvvisamente esci dal campo applaudita da migliaia di spettatori, la prima persona che incontri è Roger Federer che ti fa le congratulazioni e tua madre ti fa notare un tweet di Rod Laver che ti vorrebbe conoscere. È surreale“.
La strada a Melbourne proseguirà e il prossimo ostacolo, avente le sembianze di Sofia Kenin, sarà duro come è normale che sia negli ottavi di finale di un torneo del Grande Slam. Ma Coco Gauff, sponsorizzatissima sedicenne da Atlanta con la stessa agenzia di Roger Federer, ha mai pensato, magari arrossendo, alla possibilità di arrivare addirittura in fondo? “Per ora inizio ogni partita con la principale intenzione di divertirmi, giuro che è così. Non mi sto ponendo obiettivi ma allo stesso tempo nemmeno mi sto imponendo limiti. Posso almeno sperare, fino al lancio della monetina, fino al riscaldamento, di poter battere chiunque, e se riesco a battere qualcuno in più posso sperare di arrivare in fondo. La vittoria di oggi mi dà una confidenza enorme, ma comunque vada il bilancio è e resterà molto positivo“. Coco si chiede cosa mai sia diventata la sua vita: meglio non si chieda cosa sarà, potrebbe iniziare a soffrire di vertigini.