È Fatma Fahmy la vincitrice della prima edizione del Daniele Tamagni Grant, la borsa di studio per giovani fotografi creata nel 2019 e intitolata al fotografo milanese con il cuore in Africa, scomparso a soli 42 anni, nel 2017. La giovane fotografa è stata scelta fra oltre 100 candidati da 25 nazioni da una giuria internazionale composta da Martina Bagicalupo, fotografa e picture editor di “6 Mois”; Ekow Eshun, scrittore, curatore e direttore di Tank Magazine; Lekgetho Makola, direttore del Market Photo Workshop; Neo Ntsoma, fotoreporter e video communication producer; Sara Sozzani Maino, Deputy editor di Vogue Italia e Head di Vogue Talents; Brian Wallis, scrittore e curatore della Walther Collection; Hannah Watson, direttrice della Trolley Books. I giurati sono stati favorevolmente colpiti dall’intensità dello storytelling di Fatma. Nata nel 1991 a Riad, ma di base al Cairo, l’artista ha dedicato il suo progetto, Once there was a Tram, alla rete tranviaria di Alessandria d’Egitto che risale al 19° secolo, declinato in immagini piene di poesia e nostalgia, con uno sguardo alle società, come quella egiziana, ancora profondamente legate alle proprie radici e tradizioni. E il tram diventa un microcosmo da raccontare.

Fatma Fahmy
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“Il tram”, dice Fatma, “è il riflesso del mondo che c’è fuori. Ho deciso di esplorarlo raccontando le storie delle persone attraverso i loro gesti, le loro espressioni, i loro sguardi. La luce che penetra all’interno del mezzo è come un raggio di speranza che illumina l’esistenza, a volte buia, dei passeggeri. Per ogni viaggiatore che sale, o che scende, c’è una nuova storia da raccontare, mentre il mondo all’esterno del tram continua a scorrere e a cambiare”. La giovane artista sottolinea la difficoltà di essere fotografa, e donna, nel contesto sociale e politico dell’Egitto di oggi. Oltre a rappresentare e documentare situazioni di disagio, violenza e discriminazione, Fatma mette in luce i momenti del quotidiano in cui i suoi passeggeri esprimono se stessi, la propria identità e dignità.

Fatma Fahmi
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Per Giordano Tamagni, padre di Daniele e presidente della giuria, il lavoro di Fatma è coerente con lo spirito dell’iniziativa e in forte sintonia con l’eredità artistica del fotografo italiano. Daniele Tamagni aveva dedicato gran parte del suo lavoro di fotografo e reporter ai fenomeni sociali, estetici e culturali del Continente africano. Vincitore di premi prestigiosi come il Canon Young Photographer Award, l’ICP Infinity Award nel 2010 e il World Press Photo Award in 2011, nel 2018 era stato protagonista di Gentlemen of Bacongo, una mostra all’Urban Center di Milano tratta dal suo omonimo libro fotografico dedicato ai “Sapeurs”, i dandy del Congo, con una prefazione di Paul Smith.

Fatma Fahmi
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Grazie al Daniele Tamagni Grant, Fatma potrà frequentare il corso annuale di Photojournalism e Documentary Photography presso la Market Photo Workshop School a Johannesburg. La borsa comprende le spese di vitto e alloggio per un anno e l’opportunità di creare un nuovo corpus di opere che saranno presentate a maggio 2020 alla 32 a edizione del Festival Visa pour l’Image a Perpignan, in Francia.

Il Market Photo Workshop di Johannesburg svolge da sempre un ruolo fondamentale nella formazione dei fotografi sudafricani, mettendone in luce l’estro e il talento, riscattandoli spesso da situazioni di emarginazione. Fondato nel 1989 dal fotografo David Goldblatt, il Market Photo Workshop (scuola, galleria d’arte, spazio per nuovi progetti) ha contribuito a portare avanti il cambiamento culturale in Sudafrica in nome dell’inclusione e della rappresentazione.

Per il direttore, Lekgetho Makola, Fatma possedeva il profilo ideale per la borsa, creata per valorizzare la cultura africana, la sua creatività, la sua estetica attraverso il mezzo fotografico. Un contributo fondamentale alla formazione dei giovani di talento perché diventino loro stessi gli agenti del cambiamento nel Continente.