Jennifer Lopez e il tentativo di molestie: «Ma io vengo dal Bronx»
Jenny from the block. Non è un caso che una delle canzoni più famose di Jennifer Lopez racconti la vita da star in contrasto con le sue origini umili. La celebrità non l’ha cambiata, lei è rimasta la persona schietta che dice le cose in faccia. Come alcuni anni fa, quando rispose in maniera perentoria a un regista che le chiese di togliersi la maglietta: «Voleva guardarmi il seno, mi è scattato l’istinto del Bronx».
«Tra l’altro quando mi ha fatto la proposta c’era anche una costumista nella stanza», ricorda J. Lo in una tavola rotonda sul MeToo e le molestie organizzata da The Hollywood Reporter «A lui però non importava che ci fosse una testimone, io ho risposto con un secco no e me ne sono andata. Gli ho detto che al massimo avrebbe visto il mio seno sul set, durante le riprese, ma non certo lì. E mi è salita la rabbia».
«Era come se dicessi “stai attento alle parole, piantala”. Lui credo si sia spaventato», racconta ancora Jennifer. «Se cresci come sono cresciuta io, niente ti spaventa. La storia che ho alle spalle mi ha aiutato a farmi strada nel mondo dello spettacolo». Una strada costellata di successi, con decine di milioni di dischi venduti. È diventata un’icona, che sull’argomento molestie prova lanciare un messaggio generale.
«Se ti arrendi, rischi che la persona che hai davanti si senta libera di fare ciò che vuole, senza paura di subire conseguenze», ha concluso la star newyorchese, di origini portoricane. «Io, con la mia reazione, è come se avessi messo un confine invalicabile tra ciò che lui poteva fare e cosa no. Poi ho anche avvisato la produzione, quel regista (di cui non rivela il nome, ndr) si è licenziato e pure scusato».
Grintosa, come sempre. Jenny from the block.