Мы в Telegram
Добавить новость
123ru.net
World News in Italian
Ноябрь
2019

Governatori, ex ministri e militanti storici: a Bologna Salvini si gioca l’assalto al governo tra “Romagna mia” e cappellini blu alla Trump

0
Governatori, ex ministri e militanti storici: a Bologna Salvini si gioca l’assalto al governo tra “Romagna mia” e cappellini blu alla Trump

Il leader del Carroccio apre la campagna elettorale per le Regionali in Emilia in uno dei luoghi simbolici della sinistra. Nel palazzetto dello sport 5mila sostenitori lo applaudono, ma fuori gli risponde la contro-piazza di almeno 11mila persone. In platea anche tutti i maggiori esponenti della Lega nelle istituzioni locali e nazionali. Tra i sostenitori nessuno boccia completamente l'uscente Bonaccini, ma chiedono "più sicurezza" e "lotta all'immigrazione" e soprattuto la "fine del sistema Pd"

L'articolo Governatori, ex ministri e militanti storici: a Bologna Salvini si gioca l’assalto al governo tra “Romagna mia” e cappellini blu alla Trump proviene da Il Fatto Quotidiano.

All’ingresso del PalaDozza si è messa Claudia. Ha 52 anni, da venti tifa Lega in Romagna e oggi fa lei gli onori di casa. “Si vede la bandiera? L’ho cucita io a mano”. Sopra c’è Alberto da Giussano e la scritta Lega con centinaia di finti swarowsky. Poi paillettes e lustrini. “Oggi è la nostra festa”. Davanti alla porta si è messa apposta, così i militanti li saluta uno a uno: “Ci stiamo svegliando”, grida. “E’ dura, ma finalmente ci stiamo svegliando”. La notte di Matteo Salvini per lanciare la campagna per le Regionali nel cuore dell’Emilia “un tempo rossa” inizia così. Fuori i centri sociali, 1500 persone, vengono in corteo fin davanti al palazzetto per protestare e vengono respinti con gli idranti. A pochi metri di distanza, sul Crescentone di piazza Maggiore, si radunano almeno in 11 mila tra civici ed esponenti del Partito democratico. Sono numeri pesanti e forse così tante persone non si vedevano da quando Beppe Grillo nel 2013 radunò i suoi per lo “tsunami” che avrebbe portato il M5s in Parlamento. Ma dentro il “Palazzo”, così chiamano il PalaDozza da queste parti, conta poco perché, per il Carroccio, aver espugnato un luogo simbolo di Bologna con quasi 5mila persone è un momento storico. Qualche seggiolino vuoto c’è, ma la notizia è che la Lega sia proprio qui per lanciare la sua candidata Lucia Borgonzoni. Perché questo parquet non è solo la casa della “fossa dei leoni” della Fortitudo basket, ma qui, tanto per fare un esempio, nel 1969 il Pci ha incoronato Enrico Berlinguer e nel 1990 si è sciolto dopo l’ultimo congresso. Serve altro? Nel 1977 queste stesse gradinate le riempì il movimento studentesco. E in tempi più recenti, nel 2010, Michele Santoro ci portò “Rai per una notte” con Marco Travaglio e Daniele Luttazzi: una pagina storica della tv italiana contro la censura. Insomma se Matteo Salvini voleva dimostrare che fa sul serio, ha scelto il posto giusto. Lui che per anni è stato cacciato dalle piazze (nel 2016 gli riempirono piazza Verdi con le balle di fieno e fu costretto a spostare il comizio), oggi si è preso un pezzo di rivincita. “Com’è che vi chiamano?”, grida il giornalista, e acclamato conduttore della serata, Mario Giordano. “I barbari”, risponde in coro la folla. “Ora tocca a noi”. Ecco da dove la Lega lancia l’assalto finale al governo.

La serata ha un primo difetto per Salvini: è al chiuso e tra bandiere e cappellini blu sembra una convention di partito di quelle tradizionali. O meglio: sembra una convention americana in pieno stile Donald Trump. Per lui che in Umbria si è fatto tutte le piazze mentre gli avversari scattavano foto dentro un convento, è già un’ammissione di partire in rincorsa. Anche per questo è tra i primissimi ad arrivare. Scalpita per tutto il pomeriggio. Alle 16 è già sulla porta del palazzetto a fare selfie e dirette Facebook. Alle 18 vede i giornalisti. Alle 19 va su e giù dalle gradinate. Alle 21, quando la tabella di marcia segna già mezz’ora di ritardo, sale sul palco e chiede di avere ancora pazienza: “Stiamo aspettando i pullman che vengono da fuori bloccati dai figli di papà viziati che protestano”. Parla dei centri sociali.” Qui c’è l’amore, fuori c’è l’odio”. E ancora: “Fuori ci sono teppisti che aggrediscono la polizia”. Luisa in prima fila si alza: “Sono assassini”. Non c’entra niente, ma la applaudono tutti. Poi dagli altoparlanti parte “Romagna mia” e la folla si mette a cantare in coro: sembra una festa dell’Unità, anche se non si può dire ad alta voce. In tanti si conoscono: quelli venuti qui sono i militanti degli inizi che hanno visto tutto, anche la Lega precipitare al 4 per cento alle politiche del 2013. “Ma ora la sfida è aperta”, racconta Antonella che siede nello spazio riservato in prima fila. Viene da Reggio Emilia, accompagnata dal marito: “Non abbiamo molto di cui lamentarci”, ammette. “Stefano Bonaccini ha amministrato bene, ma siamo stanchi di non essere più padroni in casa nostra. Basta extracomunitari che hanno tutti i privilegi”. L’umore è quello in tutte le file, dalla prima all’ultima: “Dai meno di sei non possiamo dargli. Ma è ora di cambiare”, dice Donatella che ha preso un permesso dal lavoro per essere qui in tempo. Cosa fa nella vita però non lo vuole dire: “Meglio non rischiare, poi mi fanno storie i miei capi”. “Io a Bonaccini do sei di sgarro“, dice Nicolò, 18 anni, tradendo subito il bolognese stretto. “Ma sono qui perché la Lega è patriottica e io voglio che si pensi al mio Paese”. Stefano e Mirella sono due pensionati e fino a due elezioni fa votavano Pd. Lo ammettono davanti alle telecamere e ridono come se l’avessero combinata più sporca di tutti: “Bonaccini è bravo, dovrebbe diventare leghista come noi. Ma noi siamo qui per dire basta al Partito democratico. A quel clientelismo che blocca la Regione da sempre”.

Presenti e assenti, la Lega sfodera il parterre delle grandi occasioni – Che la Lega fa sul serio si vede dalla platea. Nel parterre degli ospiti speciali siedono tutti i principali esponenti del Carroccio che stanno nelle istituzioni. L’ex sottosegretario Giancarlo Giorgetti intanto, quello che è considerato il braccio destro di Salvini, ma anche ultimamente uno dei più in disparte. Poi l’ex ministro Gianmarco Centinaio, i capigruppo in Parlamento, gli europarlamentari come Marta Bizzotto e Marco Zanni (che se lo sono dimenticati tutto ma è uno che è partito dal M5s), e tutti i governatori delle Regioni. Naturalmente c’è il sindaco che ha espugnato Ferrara Alan Fabbri, quello a cui lo scorso turno è fallita la conquista dell’Emilia Romagna. Poco prima che inizi la serata spuntano pure Simone Pillon, Claudio Borghi e Alberto Bagnai. Ci sono tutti e tutti fanno in modo di essere visti: stasera non possono mancare. Grandi assenti? Gli altri esponenti del centrodestra, berlusconiani in primis. I relatori che prendono la parola sul palco sono scelti con attenzione per dare un’immagine pulita, molto a destra e poco estrema. Il primo è Davide Rondoni, poeta noto a Bologna, ma soprattutto per la sua vicinanza a Comunione e liberazione. Invoca la libertà “degli artisti” e dice di essere un “anarchico romagnolo”. Su questo gli applausi si fanno più tiepidi. Ma si va avanti. Poi tocca ad Alessandro Amadori, presentato come “il sociologo” che studia il sistema Emilia “controllato e dominato dal Pd”. Quindi parte la sfilata dei presidenti di Regione: Donatella Tesei, appena eletta in Umbria. Poi il sardo Christian Solinas, Massimiliano Fedriga dal Friuli, Fontana dalla Lombardia e addirittura Zaia dal Veneto nonostante l’emergenza maltempo a Venezia. “Posso dirvi che sarei venuto anche a nuoto pur di essere qui?”, azzarda. Insomma ci sono tutti e sono loro ad accogliere Lucia Borgonzoni sul palco.

Il battesimo della corsa di Lucia Borgonzoni – La candidata che vive (e a volte soffre) di luce riflessa, è la faccia su cui il Carroccio si gioca tutto. A Bologna è nota per essere la consigliera comunale assenteista che, nonostante il seggio in Senato, non si è mai dimessa. Ma oggi si gioca un’altra partita e se Salvini l’ha scelta, tutti le vanno dietro. “L’Emilia Romagna deve tornare di tutti”, attacca. E’ lo slogan della campagna che le è stata cucita addosso, quella che prevede i manifesti con scritto a caratteri cubitali “col cuore”. Per farcela hanno bisogno di quello. I suoi temi, quelli su cui punterà, li elenca tutti: “La sanità”. Perché, dice, “non è vero che qui va tutto bene”. Poi “più infrastrutture” per far diventare l’Emilia Romagna una Regione che funziona da dieci: “Oggi pur essendo da dieci, funziona da sei”. Il primo intervento? “Liberare i nostri amministratori dalla burocrazia”. “Andiamo a liberare la nostra terra e poi andiamo a liberare l’Italia intera”. Si guadagna gli applausi di questa folla, prima di lasciar salire l’uomo che stanno aspettando tutti.

Il comizio del leader che sogna la spallata finale al governo nella terra più difficile – Salvini entra sulle note di Vincerò cantata da Bocelli e si fa il giro del campo da basket. L’intervento è tagliato e cucito su misura del Palazzo di Bologna. L’esordio ha una pecca: la contropiazza, almeno per stasera, ha risvegliato il Partito democratico dormiente e tutti i siti aprono con la foto delle “sardine” in piazza Maggiore. “Se gli argomenti degli altri sono cancellarci, io dico andate avanti così che ci fate vincere. La storia della Lega insegna che più negano la realtà, più la realtà viene a galla”. Il palazzetto esplode e Salvini cita Gandhi: “Prima ti ignorano, poi ti deridono e poi si accorgono che hai vinto tu. Come in Umbria, spero”. Ma soprattutto usa l’emiliano Guareschi per invocare “la libertà”. Il leader del Carroccio quindi dice una frase che rivela tutto della strategia dei prossimi giorni e soprattutto per cercare di farcela in una Regione dove, lo dicono i suoi stessi sostenitori, lo sfidante del Pd ha amministrato almeno godendo della sufficienza. “Io vengo a Bologna in punta di piedi, io non ho niente da insegnare, ma tanto da imparare”. “Ragazzi, questa è Bologna la rossa”, fa allora. E la platea fischia. “Ma no, cosa avete capito. La rossa per quello che è il miglior rosso d’Italia, la Ferrari, la Ducati, la Lamborghini e il buon vino. E magari dal 26 gennaio di rosso ci teniamo solo questo”. Sta ridisegnando una terra che cerca altre identità oltre il rosso della sinistra. Poi eccoli i suoi cavalli di battaglia. I migranti, ma dicendo “che non vuole importare nuovi schiavi” e strizzando l’occhio a un popolo che sull’umanità unisce tutte o quasi le fazioni. E naturalmente il sistema Bibbiano: “Giù le mani dai bambini”. Infine arriva all’ultimo foglietto, quello che riapre la polemica con la senatrice a vita Liliana Segre: “Noi siamo e saremo sempre al suo fianco e a quello di chiunque subisca violenze e minacce”. Ma, c’è sempre un ma: “Però senza l’ipocrisia di quelli che tirano in ballo Liliana Segre e poi vanno in piazza che bruciano le bandiere di Israele. E’ una democrazia da difendere con le unghie e con i denti. Giù le mani da Israele, dalla democrazia e da quei bimbi e da quelle bimbe. Se sono rimasti alcuni squadristi non sono per fortuna dentro questo palazzetto, ma sono fuori e vogliono impedire la libertà di parola”. La chiusa è per Walt Disney: “Diceva che ‘se puoi sognarlo, puoi farlo’. Io sogno un’Emilia più giusta. Amici di tutti, servi di nessuno”. Ha finito. Parte Cesare Cremonini dagli altoparlanti con “Vespa special” e tutti si mettono in coda per i selfie di rito.

I due mesi più lunghi prima del voto e la piazza che manca (per ora) alla Lega – Qui dentro Salvini, tra i suoi e le facce storiche, ha vinto. Ma è il primo a sapere che è una sfida dura. Gaia ha 17 anni e a Palazzo c’è venuta con il papà. Sbandiera un cartello davanti alle telecamere e la inquadrano tutti: “In Emilia di rosso resterà solo il lambrusco”. “Mi osteggiano tutti a scuola per le mie idee”, dice. “Non è giusto. Finalmente qui posso dirlo. La mia mamma è sudamericana e lei si è adattata alla nostra cultura quando è arrivata qui”. E stasera dov’è? “A casa, a lavorare”. I pullman per la Romagna, addirittura venti, sono tra i primi a ripartire. Non sono quelli venuti da più lontano: ci sono anche gruppi venuti dalla Lombardia. “Volevo vedere la situazione”, racconta Vincenzo che ha preso il treno dopo il turno all’aeroporto di Linate dove si occupa di smistamento bagagli. “C’ero alla grande manifestazione di Roma, volevo esserci anche oggi. Bisogna capire se ce la facciamo. Perché se vinciamo qui poi si va al governo”. Mancano meno di due mesi e quella piazza Maggiore così piena Salvini non la sottovaluta. Il primo conto lo fa Francesca all’ingresso: ha una felpa blu con scritto Lega Giovani Emilia. “Abbiamo fatto cento tessere solo oggi, ho una bella sensazione”. A pochi metri di distanza Salvini sta ancora scattando selfie. Se vuole giocarsela sa che qui dovrà fare molto più di una diretta Facebook: “La prossima volta ci vediamo in piazza Verdi”, è il suo saluto. La piazza gli è mancata davvero. E sa che per vincere bisogna passare (anche) da lì.

L'articolo Governatori, ex ministri e militanti storici: a Bologna Salvini si gioca l’assalto al governo tra “Romagna mia” e cappellini blu alla Trump proviene da Il Fatto Quotidiano.






Загрузка...


Губернаторы России
Москва

Собянин: Москва завершает переход на новый стандарт экстренной медпомощи


Спорт в России и мире
Москва

Команда подмосковного главка Росгвардии заняла призовое место на чемпионате Центрального округа по стрельбе из боевого ручного стрелкового оружия


Загрузка...

Все новости спорта сегодня


Новости тенниса
WTA

Как Рыбакиной стать второй ракеткой мира: расклад от WTA


Загрузка...


123ru.net – это самые свежие новости из регионов и со всего мира в прямом эфире 24 часа в сутки 7 дней в неделю на всех языках мира без цензуры и предвзятости редактора. Не новости делают нас, а мы – делаем новости. Наши новости опубликованы живыми людьми в формате онлайн. Вы всегда можете добавить свои новости сиюминутно – здесь и прочитать их тут же и – сейчас в России, в Украине и в мире по темам в режиме 24/7 ежесекундно. А теперь ещё - регионы, Крым, Москва и Россия.


Загрузка...

Загрузка...

Экология в России и мире
Москва

Huawei представила IDS на 26-м Всемирном энергетическом конгрессе





Путин в России и мире
Москва

Путин поручил сократить время пути поездов от Москвы до Черноморья до 16 часов


Лукашенко в Беларуси и мире



123ru.netмеждународная интерактивная информационная сеть (ежеминутные новости с ежедневным интелектуальным архивом). Только у нас — все главные новости дня без политической цензуры. "123 Новости" — абсолютно все точки зрения, трезвая аналитика, цивилизованные споры и обсуждения без взаимных обвинений и оскорблений. Помните, что не у всех точка зрения совпадает с Вашей. Уважайте мнение других, даже если Вы отстаиваете свой взгляд и свою позицию. Smi24.net — облегчённая версия старейшего обозревателя новостей 123ru.net.

Мы не навязываем Вам своё видение, мы даём Вам объективный срез событий дня без цензуры и без купюр. Новости, какие они есть — онлайн (с поминутным архивом по всем городам и регионам России, Украины, Белоруссии и Абхазии).

123ru.net — живые новости в прямом эфире!

В любую минуту Вы можете добавить свою новость мгновенно — здесь.





Зеленский в Украине и мире

Навальный в России и мире


Здоровье в России и мире


Частные объявления в Вашем городе, в Вашем регионе и в России






Загрузка...

Загрузка...



Эстрада

Смешарики и «Академия Эстрада Тинс» выпустили трек «Попурри»



Москва

На выставке «Россия» спортивные семьи 63 региона поделятся опытом как воспитать будущих олимпийцев

Друзья 123ru.net


Информационные партнёры 123ru.net



Спонсоры 123ru.net