Aeroporto Firenze, candidati sindaco del centrodestra si spaccano. Bocci: “Si faccia”. Spada: “Non se ne parla”
Con le amministrative alle porte, l'annosa questione dell'ampliamento di Peretola torna sul tavolo. Per il candidato di Prato non è cosa da fare, mentre l'antagonista di Nardella per Palazzo Vecchio è per il sì: “Sono decenni che se ne parla e non si è ancora arrivati a niente. Questa volta non ci sono più scuse, va fatta"
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La pax nel centrodestra toscano è durata meno di un giorno. Giusto il tempo per trovare il nome dei candidati sindaco a Firenze, Prato e Livorno ed esultare alla “unità del centrodestra”. Da sabato poi è tornata la rottura interna su un tema molto caro ai due capoluoghi che andranno al voto a maggio (Firenze e Prato): l’ampliamento dell’aeroporto di Peretola. Nella sua prima uscita pubblica, il candidato sindaco di Firenze Ubaldo Bocci ha detto che la nuova pista voluta da Matteo Renzi e Marco Carrai “va fatta assolutamente”: “Sono decenni che se ne parla e non si è ancora arrivati a niente – ha tuonato –. Questa volta non ci sono più scuse, va fatta”.
La linea di Bocci sull’aeroporto di Firenze però non è condivisa da Daniele Spada, l’altro candidato sindaco del centrodestra, a Prato, città che sarà coinvolta nella costruzione della nuova pista da 2.400 metri: ieri il 46enne funzionario della Confcommercio ha partecipato alla manifestazione “No Aeroporto” a Sesto Fiorentino a cui hanno partecipato circa 3mila persone. “Il primo impegno da Sindaco sarà incontrare i colleghi di Pistoia, Pisa e Firenze per rivedere il piano dei collegamenti e dei trasporti – ha scritto Spada su Facebook –. La questione dell’aeroporto passa anche dai collegamenti tra i principali centri. In Toscana gli equilibri sono cambiati”. Come dire: basta lo scalo di Pisa ed è necessario rafforzare la rete ferroviaria.
Aeroporto sì, aeroporto no – La questione del nuovo aeroporto di Firenze sta creando da mesi spaccature interne alla maggioranza Lega-M5S ma anche dentro il centrodestra toscano: la sindaca di Cascina e segretaria regionale del Carroccio Susanna Ceccardi si è sempre detta contraria per non danneggiare lo scalo di Pisa, mentre gli alleati di Forza Italia dicono “sì” all’opera. A febbraio, però, la Lega Toscana è stata costretta ad un’inversione di rotta dopo le parole del vicepremier, Matteo Salvini, che ha dato il suo placet alla nuova pista: “Va fatta – aveva detto – c’è bisogno di arrivare a Firenze con più facilità, velocità e spendendo meno”. Bocci, che lunedì accoglierà proprio il ministro dell’Interno a Firenze, si è subito allineato: “Dire oggi se la pista deve essere un metro in più o un metro in meno non lo so – ha detto il candidato a Palazzo Vecchio in quota Lega – questo è un problema dei tecnici, ma certamente va fatta, e mi chiedo perché ancora non sia stata fatta negli ultimi 50 anni quando Provincia, Comune e Regione sono stati governati dallo stesso partito: mi sembra buffo che si sveglino tutti ora e vogliano vare l’aeroporto”.
Prato è per il “no” – A pochi chilometri di distanza, però, il suo collega di Prato non la pensa allo stesso modo. Il capoluogo guidato oggi dal dem, Matteo Biffoni, infatti è uno dei sette comuni della Piana fiorentina (tutti di centrosinistra: insieme a Prato ci sono Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Calenzano, Signa, Poggio a Caiano e Carmignano) che ha fatto ricorso al Tar contro il decreto Via (Valutazione Impatto Ambientale) e dopo l’approvazione del masterplan da parte della Conferenza dei Servizi a inizio febbraio, il giudizio del Tribunale amministrativo ha assunto un peso fondamentale sulla fattibilità dell’opera. Sabato Spada ha così manifestato insieme ai sette sindaci contrari all’aeroporto e ha fatto capire che imposterà buona parte della sua campagna elettorale proprio sul “no” all’ampliamento dell’aeroporto di Firenze. Chissà come la prenderanno all’interno della coalizione.
“Bocci non è un sovranista” – Ma non c’è solo l’aeroporto di Peretola a provocare i primi dissapori interni alla coalizione di centrodestra. Il nome di Bocci per provare a scalzare il renzianissimo Dario Nardella sta creando molti malumori nella base: il 57enne fiorentino non è un leghista vecchio stile, ma un manager di successo molto amico di Marco Carrai e che negli ultimi anni ha guidato la Fondazione Unitalsi che si occupa da sempre di progetti per l’integrazione dei migranti. Non proprio il primo requisito per il verbo salviniano: “Io ho criticato la scelta del candidato perché viene da un’area troppo vicina al mondo renziano, a Carrai in primis – ha detto sabato il senatore di Fratelli d’Italia, Achille Totaro, al Sito di Firenze – A Firenze, per vincere, si doveva scegliere una persona in grado di rappresentare l’universo denominato sovranista. Bocci non mi pare l’uomo capace di interloquire con il nostro elettorato popolare”.
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