Lettere sul fascismo di ieri e di oggi, come raccontare la nostra storia ai ragazzi
«Con i ragazzi si parla sempre della quotidianità anche se si parte da un argomento apparentemente lontano». Daniele Aristarco è l’autore di Lettere a una dodicenne sul fascismo di ieri e di oggi, pubblicato da Einaudi ragazzi come primo volume di una nuova collana Presenti Passati, una via per raccontare la storia ai ragazzi.
Il libro nasce da uno dei tanti incontro che Aristarco, autore anche di Shakespeare in shorts, Io dico no! Storie di eroica disobbedienza, Io dico sì! Storie di sfide e di futuro, Fake – Non è vero ma ci credo, ha avuto in una scuola. Prendendo spunto dalla scritta Dux incisa con un coltellino su un banco, racconta cosa è stato il fascismo in Italia, quindi la storia, ma declinandola sempre sul presente: «cercare di comprendere da dove veniamo per cercare di capire dove stiamo andando».
«Il passaggio da fare è quello più difficile, andare al concetto. Le lettere sono declinate su idee: il consenso per esempio. Sono chiavi per decifrare sempre quello che ci sta attorno oltre che storia del passato» dice l’autore.
La scelta di scrivere lettere partiva dal presupposto di ricevere risposte, insomma creare un dialogo. «Ho sentito nelle risposte la necessità di riflettere sulla società che stiamo costruendo quotidianamente, ma ho anche avuto lettere di insegnanti che mi hanno riportato la difficoltà di raccontare a scuola un tema che è storico qualsiasi opinione se ne abbia». Questo non limitato al fascismo o a un solo argomento, c’è l’Olocausto, ma ci sono gli altri stermini, non esiste una classifica. «Questo libro è il tentativo di creare occasioni di confronto, perché altrimenti si crea solo scontro».
Nulla può essere dato per scontato: date, nomi, riferimenti. «La difficoltà è mantenere l’onestà del dialogo, il non chiudersi in un atteggiamento sacerdotale, verticale. Ho cercato di utilizzare quel po’ di conoscenza che ho costruito girando per le scuole quotidianamente e, con un linguaggio più chiaro e piacevole possibile, suscitare curiosità e riflessione soprattutto sul futuro».
Con i ragazzi si parte sempre dalle domande: ci interessa una società giusta? Una società libera? Quale deve essere il ruolo della donna in questa società? «Con i ragazzi si può parlare di tutto. Andare nelle scuole è un bagno di futuro ed è la possibilità di incontrare una grande parte di questo paese e che in genere non ha cittadinanza e di cui ci accorgiamo quando fanno qualcosa di terribile o di eroico».