Toninelli salvo, ma la maggioranza perde pezzi in Senato
Per due volte in due giorni la maggioranza non raggiunge quota 161. Il Pd chiede a Conte di riferire in aula e verificare che il governo abbia i numeri
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La maggioranza salva Toninelli, ma lo lascia solo. La solitudine del ministro delle Infrastrutture è evidente ed è stata sottolineata dalle opposizioni.
Alla spicciolata sono arrivati poi i ministri grillini, Conte e alla fine sono apparsi alcuni leghisti. Ma l’immagine data è quella di un ministro solo.
Tra gaffe e dichiarazioni discutibili, in questi mesi Toninelli ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza. Ma se fossero state solo le gaffe, ci si sarebbe fatta una risata (amara) e si sarebbe proseguito. Il problema è che il ministro grillino ha bloccato le opere infrastrutturali italiane. Non si tratta solo di Tav, ma sono 600 le opere bloccate. Ha consegnargli l’elenco è stato il capogruppo Pd Andrea Marcucci.
Il ministro si è salvato, ma per due volte in due giorni la maggioranza ha scricchiolato in Senato. Ieri senza il soccorso di Fratelli d’Italia e Forza Italia la maggioranza non avrebbe raggiunto quota 161, così come oggi si è fermata a 159. Numeri che per la minoranza indicano come il governo non abbia più il controllo del Senato.
Andrea Marcucci ha chiesto a nome del Pd al presidente Conte di riferire perché “il governo non ha più la maggioranza in Senato. Il voto su Toninelli conferma questa nuova realtà. Salvini e 5 senatori leghisti non difendono il ministro 5 stelle, così come ieri 6 senatori ( più tre contrari)5 stelle non hanno partecipato al voto su Salvini. A questo punto chiediamo al presidente Conte di venire a verificare i numeri a disposizione del Governo”.
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