“Giovani costretti alle armi capiscono l’insensatezza della guerra e le menzogne di chi li manda a morire”: il messaggio di Natale di Papa Leone XIV
“Si arresti il fragore delle armi e le parti coinvolte, sostenute dall’impegno della comunità internazionale, trovino il coraggio di dialogare in modo sincero, diretto e rispettoso”: è il nuovo appello per la fine delle ostilità in Ucraina che Papa Leone XIV ha rivolto ai leader di Mosca e Kiev nel corso del messaggio natalizio Urbi e et orbi. Il pontefice, che è tornato a definire quello ucraino un “popolo martoriato” (come già il predecessore Francesco), ha “affidato al Principe della Pace” il continente europeo, “chiedendogli di continuare a ispirarvi uno spirito comunitario e collaborativo, fedele alle sue radici cristiane e alla sua storia, solidale e accogliente con chi si trova nel bisogno. In mattinata, nel corso dell’omelia durante la messa di Natale, Leone aveva fatto riferimento “alle tende di Gaza, da settimane esposte alle piogge, al vento e al freddo, e a quelle di tanti altri profughi e rifugiati in ogni continente, o ai ripari di fortuna di migliaia di persone senza dimora, dentro le nostre città”. “Fragile – ha sottolineato il Papa – è la carne delle popolazioni inermi, provate dalle guerre in corso o concluse lasciando macerie e ferite aperte. Fragili sono le vite dei giovani costretti alle armi, che proprio al fronte avvertono l’insensatezza di ciò che è loro richiesto e la menzogna” dei “roboanti discorsi di chi li manda a morire“.
Anche nell’Urbi et Orbi Leone XIV si è soffermato anche sulla situazione in Medio Oriente ricordando il suo recente viaggio apostolico in quell’area, il primo del suo pontificato. Ai cristiani che vivono quei territori ha inviato un saluto: “Ho ascoltato le loro paure e conosco bene il loro sentimento di impotenza dinanzi a dinamiche di potere che li sorpassano”. Papa Prevost ha invocato “giustizia, pace e stabilità per il Libano, la Palestina, Israele, la Siria, confidando in queste parole divine: ‘Praticare la giustizia darà pace. Onorare la giustizia darà tranquillità e sicurezza per sempre'”. Lo sguardo, come spesso accade, si è allargato: a Haiti, Sudan, Sud Sudan, Mali, Burkina Faso e Repubblica Democratica del Congo. “Dal Bambino di Betlemme – dice il pontefice – imploriamo pace e consolazione per le vittime di tutte le guerre in atto nel mondo, specialmente di quelle dimenticate; e per quanti soffrono a causa dell’ingiustizia, dell’instabilità politica, della persecuzione religiosa e del terrorismo”. La via della pace? La responsabilità, risponde Papa Leone XIV. “Se ognuno di noi a tutti i livelli, invece di accusare gli altri, riconoscesse prima di tutto le proprie mancanze e ne chiedesse perdono a Dio, e nello stesso tempo si mettesse nei panni di chi soffre, si facesse solidale con chi è più debole e oppresso, allora il mondo cambierebbe”. “Possiamo e dobbiamo fare ognuno la propria parte – è il ragionamento – per respingere l’odio, la violenza, la contrapposizione e praticare il dialogo, la pace, la riconciliazione”.
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