Galleria di piazza Foraggi a Trieste, tornano le infiltrazioni dopo le ultime piogge: «Nessun rischio chiusura»
TRIESTE. La mitica goccia della galleria di piazza Foraggi è tornata e si è pure moltiplicata. In corrispondenza delle piogge degli ultimi giorni, a poca distanza dall’imbocco per chi proviene dal centro, l’acqua si è ripalesata sulla volta del tunnel. L’opera da 13 milioni è stata consegnata a luglio dopo i lavori affidati dal Comune all’impresa beneventana Sac, subito contattata dagli uffici municipali per valutare la necessità dell’intervento.
Chiusura della galleria a causa delle infiltrazioni
Le infiltrazioni nella galleria sono state la madre delle questioni di un cantiere costellato da difficoltà, tanto che la chiusura al traffico si è protratta per 420 giorni invece dei 40 annunciati. Per arrestare la percolatura di acqua la prima via intrapresa aveva previsto la perforazione del soffitto e l’iniezione di malta cementizia, ma l’operazione non ha bloccato il passaggio d’acqua, la cui origine è attribuita alla pioggia e a torrenti sotterranei mai precisamente individuati. Comune e impresa hanno optato allora per il piano B, tappezzando il 70% della dei 720 metri di galleria con pannelli in policarbonato, la cui funzione è convogliare l’acqua verso i lati del tunnel, facendola defluire attraverso canalette ricavate lungo il passaggio ciclopedonale.
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L’infiltrazione è consistente
La “ioza”, come affettuosamente la chiamano gli automobilisti da decenni, è comparsa a pochi centimetri dal primo dei pannelli. L’effetto è stato il ripresentarsi di un’infiltrazione consistente, che si è riversata sul lato della carreggiata e sul marciapiede.
Il sindaco Roberto Dipiazza assicura che «presto sarà fatto un sopralluogo». Dipiazza ricorda che «le coperture sono state poste dove era impossibile fermare l’acqua proveniente dal soffitto, perché non è un mistero che in gran parte della galleria piove dentro. L’impresa ha provato dapprima con iniezioni di cemento, ma fermare l’acqua è stato impossibile. Ora metteremo un pannello aggiuntivo dove si sta verificando l’infiltrazione, ma la galleria resterà aperta».
L’impresa obbligata a intervenire
Dagli uffici comunali spiegano che l’impresa Sac è tenuta a garantire sull’esecuzione dei lavori per dieci anni. I dirigenti hanno segnalato il problema e chiesto un’ispezione per concordare il ripristino. Ma i rapporti sono complessi, come raccontano gli 870 mila euro di penali che il municipio ha richiesto alla società appaltatrice per i ritardi nella consegna dell’opera. Se da Sac non arriveranno risposte, partirà una nuova diffida e poi il Comune procederà in autonomia, rivalendosi con un’escussione sulle garanzie finanziarie presenti sull’opera.
I lavori non dovrebbero portare alla chiusura
Il rattoppo non dovrebbe prevedere la chiusura della galleria. Il sopralluogo sarà svolto in notturna grazie a un restringimento della carreggiata. Poi si studieranno le due opzioni sul tavolo: una nuova iniezione di malta cementizia o l’installazione di un altro pannello all’altezza dell’infiltrazione. Nel primo caso i lavori saranno svolti con chiusura di uno dei due sensi di marcia, mentre la posa del pannello richiederà una singola notte di lavori.
L’opposizione incalza il sindaco
L’opposizione incalza il sindaco. Per il dem Francesco Russo, «la città è senza governo: la “ioza” che ricompare dopo le mirabolanti inaugurazioni di qualche mese fa è lì a ricordarcelo. Forse è meglio capire quando è arrivata l’ora della pensione». Secondo il capogruppo di Adesso Trieste Riccardo Laterza,«in occasione della riapertura Dipiazza definiva l’intervento come un risultato eccellente. Sapevamo che non lo era: conduzione disastrosa del cantiere, chiusura non prevista della strada e tempi biblici. Oggi abbiamo la certezza: la galleria continua a fare acqua da tutte le parti. Esattamente come la giunta».