Ivrea, l’archivio edilizio inaccessibile per la presenza di amianto
/ Ivrea
La giunta guidata dal sindaco Stefano Sertoli ha approvato il progetto definitivo per la demolizione del prefabbricato noto come ex scherma di via San Nazario. Qui verranno posizionati una quindicina di container per trasferirvi l’intero archivio edilizio dell’ufficio tecnico, ora ospitato nei locali al pian terreno dell’ex istituto Jervis. È questa la soluzione, temporanea, individuata dagli amministratori dopo che nell’attuale sede dell’archivio edilizia privata è stata riscontrata la presenza di amianto e l’accesso ai dipendenti è stato interdetto dal Servizio prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro dell’Asl/To4. L’archivio edilizia privata è al momento chiuso e pertanto le pratiche edilizie relativo all’arco temporale tra il 1957 e il 1999 non saranno consultabili.
La cifra complessiva messa a disposizione, nell’ultima variazione di bilancio, è di 155mila euro. I container acquistati (103.700 euro) saranno posizionati dove un tempo sorgeva l’ex palestra di scherma, accanto alla scuola media Arduino, andata distrutta in un incendio nel lontano dicembre del 2012. Ma prima di questa operazione bisognerà demolire quello che resta della struttura e andrà costruito un basamento dove appoggiare i container. I lavori di demolizione, per un costo di 51.300 euro, partiranno tra aprile e maggio e nel frattempo verranno acquistati i container.
L’assessore Michele Cafarelli spiega che alternative valide ai container non c’erano, partendo dal presupposto che Ivrea ha un problema grande con gli archivi comunali, in particolare con quello edilizio. «Immobili nelle vicinanze dell’ufficio tecnico non ce ne sono - spiega Cafarelli -. Aprire un cantiere per bonificare l’amianto presente al piano terra significa rendere l’archivio inaccessibile per alcuni mesi. Impensabile. C’era l’ipotesi di digitalizzarlo attraverso un’azienda esterna, ma il costo è eccessivo. L’unica soluzione è quella dei container. Mi rendo conto che può sembrare una spreco dei soldi, ma finita l’emergenza quei container hanno un loro mercato e possono essere rivenduti con facilità a differenza di strutture prefabbricate che, tra l’altro, devono sottostare alla normativa antincendi».
La soluzione individuata dal Comune è comunque temporanea. Dalla vendita dei due edifici ex Valcalcino, infatti, si spera di incassare i soldi necessari per ristrutturare interamente la struttura dell’ex istituto Jervis ospitando al piano terra l’archivio e nella restante parte le associazioni cittadine.
Stiamo parlando di una superficie complessiva di 3.496 metri quadrati e una prima base d’asta, datata ormai 2011, di poco superiore al milione di euro. L’asta era andata deserta e il Comune ci aveva riprovato due anni dopo, partendo da 950mila. Negli anni ci sono stati altri tentativi andati a vuoto nonostante la richiesta iniziale sia scesa fino a 600mila euro.
L’edificio, a causa della mancata manutenzione ordinaria e straordinaria, versa in uno stato di degrado dovute alle copiose infiltrazioni d’acqua dal tetto ed è esposto alle intemperie per la mancata tenuta dei serramenti, ormai fatiscenti. Verrà invece bonificato subito l’amianto presente nelle finestre dell’ex Jervis che affacciano sulla scuola media.
