Da due-tre anni la presenza crescente di influecer sui red carpet della Mostra del cinema solleva le  critiche dei puristi. L'ultimo a esserne oggetto è Khaby Lame, super tiktoker italiano (di origini senegalesi) con oltre 100 milioni di follower. 
L'obiezione? Non sarebbe artistico, non sarebbe intelligente, non farebbe ridere. 
Ma dove? 
La comicità di Khaby è semplice, tutta gestuale e di espressione, ma questo non significa che sia scontata. 

Il ventenne, che nella vita ha fatto ogni tipo di lavoro prima di diventare un fenomeno dei social, ha avuto un'idea semplice ma tutt'altro che stupida. Semmai fa la morale ai tutorial strampalati e privi di fondamento che intasano quotidianamente la rete. 

Le sue clip (che arrivano anche a oltre 270 milioni di visualizzazioni) sono lezioni di buon senso davanti allo spreco di neuroni di chi pensa di essere originale e creativo inventandosi dei sistemi per complicare la vita nelle cose più semplici. Khaby è la voce del ragazzino che non si vergogna di dire che il re è nudo.  E se il suo successo rode a qualcuno, probabilmente è perché ha avuto un'idea che (apparentemente) poteva venire a chiunque, con la differenza che l'ha avuta prima lui e l'ha coltivata con l'espressività di un aspirante attore. 

Stando a quanto ha riferito in questi giorni a il Corriere della Sera, il suo sogno è lavorare un giorno con il suo mito, Will Smith. Nel frattempo, il suo sorriso muto, accompagnato da un gesto eloquente delle mani, impatta sul pubblico come negli anni Ottanta accadeva con la risata fragorosa di Eddie Murphy, così contagiosa che valeva da sola il biglietto del cinema,

Altro dettaglio a favore del tiktoker. Chiunque pensi che sia facile gestire una trama comica in due mosse (occhiata di disappunto e mani a dire “ecco, si fa così”), sottovaluta il lavoro dell'umorista. La semplicità è approdo, non un punto di partenza. E dietro a ogni clip che Khaby pubblica, c'è della ricerca in una selva di tutorial insulsi.

PS. La comicità muta, ma becera e ridanciana, di Benny Hill ha retto per decenni fissandosi nella storia della televisione e assurgendo a mezzo cult. Davvero c'è chi pensa che a essere stupido sia l'umorismo di questo ragazzo?

Per quanti annuiscono, c'è invece un grande produttore che, a quanto pare, ha deciso di investire su di lui. Si tratta di Pietro Valsecchi, che sta dietro ai successi di Checco Zalone, e lo avrebbe opzionato proprio in previsione del suo prossimo progetto.

La gavetta non è la stessa per tutti gli attori: c'è chi parte dal teatro, chi dalla soap e un tempo anche dai fotoromanzi… perché non si dovrebbe poter partire da tiktok? 

Noi siamo certi che Khaby abbia ancora molto da inventare e da offrire e gli facciamo i complimenti per i traguardi raggiunti, curiosi di assistere a quello che verrà quando spiccherà il volo anche al cinema. 

Khaby Lame mentre imita la mossa di Karate Kid

"Illusions Perdues" Red Carpet - The 78th Venice International Film Festival

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Stefania D'Alessandro

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