Tricolore e inno a rischio alle Olimpiadi di Tokio, la Ginnastica triestina scende in piazza
Una quarantina di atleti hanno sfidato la pioggia per protestare contro gli esiti potenziali di un contenzioso in corso fra governo italiano e Comitato olimpico internazionale
TRIESTE Alle Olimpiadi di Tokio gli atleti italiani rischiano di non poter esibire il tricolore sulle divise, né di sentire suonare l'inno prima delle prove: è l'esito potenziale di un contenzioso in corso fra il governo italiano e il Comitato olimpico internazionale, per protestare contro il quale una quarantina tra atleti e tecnici della Ginnastica Trieste, soprattutto tra le discipline di scherma e judo, sono scesi in piazza Unità oggi - 23 gennaio - sfidando la pioggia.
“Bandiera ed inno identificano un popolo, ma anche motivo di orgoglio per un atleta, il quale, dopo molte privazioni e sacrifici, conseguiti durante un periodo di duro allenamento, sale sul gradino più alto del podio, al termine di una competizione in cui ha dato anima e corpo per superare ogni limite e vincere tutti gli avversari” - ha dichiarato Massimo Varrecchia, presidente del sodalizio biancoceleste.
“Tuttavia, - ha continuato - alle prossime Olimpiadi di Tokyo, per i nostri atleti azzurri tutto ciò potrebbe venire meno in quanto l’Italia, il nostro Paese, è stato nuovamente messo sotto inchiesta dal Comitato Olimpico Internazionale il quale si è dichiarato pronto ad aprire, nei confronti del CONI, un contenzioso per una grave infrazione ai principi della carta olimpica”.
“Si tratta di una persistente diatriba – ha sottolineato Varrecchia - quella tra il nostro Governo e il CIO, presieduto dall’ex schermitore tedesco Thomas Bach, il quale, se entro il martedì prossimo non vedrà il ritorno di un Comitato Olimpico Nazionale Italiano indipendente dallo Stato, sarà costretto a vietare agli atleti italiani (in base all’articolo 59 comma 1.4 della legge olimpica, ndr) di gareggiare con i colori azzurri e la sigla ITA sulla tuta, attribuendo loro la dicitura IOA (Atleti Olimpici Indipendenti, ndr) con la conseguente impossibilità di sentir suonato l’inno nazionale sul podio e di poter aggiungere le medaglie conseguite all’interno del medagliere italiano”.