Sanità. Sindacati e Azienda firmano l’accordo: 18 milioni per tecnici, infermieri e Oss
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Risultato di una lunga trattativa e di uno stato di agitazione: prevede risorse per 5.200 tra produttività e premialità
PADOVA.
Una trattativa sofferta, che affonda le radici in tempi lontani con uno stato di agitazione iniziato un anno e mezzo fa, proseguito davanti al prefetto e culminato negli ultimi 10 giorni di confronto non stop, anche di notte. Fino all’accordo che prevede 18 milioni di euro per fondi Covid, progressioni di carriera, produttività e premialità per doppi turni per circa 5.200 dipendenti del comparto sanità tra amministrativi, tecnici, infermieri e operatori sociosanitari di Azienda Ospedale Università e Sant’Antonio, divenuto compagno di viaggio a inizio anno con il suo carico di quasi mille lavoratori.
Si tratta di risorse che, annunciano Alessandra Stivali, Achille Pagliaro e Luigi Spada, delle funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil, troveranno ristoro già nella busta paga di novembre. «Abbiamo penato per raggiungere un accordo che non era per nulla scontato» esordisce Spada «ma, per quanto sia tutto perfettibile, questo è davvero il miglior accordo possibile».
Numerosi i punti critici su cui Azienda e rappresentanze sindacali si sono misurate arrivando all’accordo che vede, tra i punti salienti, il conguaglio della produttività che a novembre verrà corrisposto a tutti i lavoratori in servizio nel 2019; 1,1 milioni verranno destinati alla progressione orizzontale del 30% del personale avente diritto con decorrenza dal primo gennaio scorso, compreso il personale del Sant’Antonio (Osa).
Prevista inoltre l’integrazione della progettualità Covid a tutto il personale di Azienda e Osa che finora non aveva ricevuto il bonus, 380 mila euro in tutto, ovvero 400 euro ciascuno, anche questo accreditato con lo stipendio di novembre.
Ancora, nell’ambito della progettualità 2020, confermati gli incentivi per doppi e tripli turni (200 mila euro) e il recupero delle indennità perse dal personale del Sant’Antonio con la cessione di ramo d’azienda, relativamente a Pronto Soccorso e Medicina d’urgenza (150 mila euro), con il riconoscimento di premialità per il personale di unità operative che lavorano in area critica.
Confermato il pagamento per i “gettoni di chiamata” e “pacchetti estivi” e 300 mila euro per progettualità relative al disagio 2020 per tutto il personale e firmato l’accordo su risorse da destinare agli incarichi di funzione, con 1,2 milioni per il ristoro economico di coordinatori sanitari (caposala) e amministrativi. La restante parte sarà destinata al riconoscimento economico del lavoro svolto nell’arco di tutto l’anno (straordinari, notturni, reperibilità).
«Dal 2017 non registravamo progressioni economiche» ricordano i tre rappresentanti sindacali «l’Azienda non accettava l’integrazione e il prefetto ci ha dato un grande aiuto con un grande lavoro di mediazione nei due incontri. Ora non finisce la lotta per l’adeguamento dei fondi contrattuali, abbiamo coinvolto anche il sindaco e inviato un documento a Ministero e Regione. L’accordo è retroattivo al primo gennaio e ora stiamo lavorando per poter assicurare dal 2021 la progressione ad altri più giovani».
Cgil, Cisl e Uil sono inoltre al lavoro per ottenere gli adeguamenti per il personale extra turnover; a livello nazionale, invece, prosegue la trattativa per gli infermieri. «Abbiamo ottenuto il ristoro per categorie bistrattate da molto tempo, fin dai tempi di Brunetta, che pure sono molto importanti dal punto di vista sanitario» concludono Stivali, Pagliaro e Spada «questa è l’azienda più grande d’Italia, un hub di terzo livello con milioni di prestazioni l’anno ma i suoi lavoratori sono i più poveri anche rispetto allo Iov e alle Usl, per questo continueremo a fare pressione su Azienda, Regione e Governo affinché le cose cambino». —