Nuoto veneziano, protocollo anti contagio: ecco tutte le regole per la ripartenza
Accordo Assonuoto, Federnuoto e spin off di Ca’ Foscari: «Manuale con le indicazioni igienico sanitarie»
MESTRE. Un nuovo protocollo anti contagio comune per tutte le piscine, pubbliche e private, del Veneziano e dell’intero Veneto. Uno strumento condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto al Covid-19, così da fare ordine nella selva di decreti e ordinanze. L’iniziativa è stata promossa da Assonuoto, l’associazione che riunisce i gestori degli impianti natatori veneti, insieme al Comitato regionale della Federnuoto e ad Head Up, spin off dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Si tratta di un vero e proprio manuale a uso dei gestori delle piscine venete, elaborato con tutte le più aggiornate misure anticontagio.
«Uno strumento di semplificazione per favorire la Fase 2», chiariscono i promotori. Con l’obiettivo di aiutare i gestori a riaprire gli impianti in sicurezza, ma anche in modo più sostenibile. A preoccupare gli operatori sono soprattutto i vincoli al tetto massimo di accessi consentiti. Con un numero troppo esiguo di ingressi permessi, i ricavi non consentono di coprire i tanti costi dovuti ai protocolli per la sanificazione.
«Le piscine hanno bisogno di riaprire in sicurezza, tutelando la salute di lavoratori e utenti, e in maniera economicamente sostenibile per i gestori», commenta Alessandro Valentini, presidente di Assonuoto, «per gli impianti del Veneto, da sempre allineati alle più rigorose norme di sicurezza igienico sanitarie, questo documento rappresenta uno strumento di semplificazione indispensabile per far intraprendere veramente la Fase 2 a un sistema gravemente danneggiato dal lockdown».
Giovanni Finotto e Carmelo Dinoto hanno curato la direzione scientifica del manuale. Finotto è un chimico industriale e direttore del Master in Scienza e Tecniche della Prevenzione e della Sicurezza di Ca’ Foscari. Mentre Carmelo Dinoto è medico competente e militare, nonché amministratore delegato di Head Up. «Il documento», spiegano da Assonuoto, «rappresenta un aggiornamento del manuale di autocontrollo sugli aspetti igienico-sanitari, già adottato obbligatoriamente da tutte le piscine italiane prima della pandemia, integrandolo con schede e allegati illustrativi di specifiche indicazioni anti Covid-19».
Gli estensori del nuovo protocollo condiviso hanno operato per armonizzare le varie indicazioni sanitarie, operando una sintesi tra quanto previsto dal Dpcm governativo dell’11 giugno, l’ordinanza regionale numero 59 del 13 giugno, nonché le misure di sicurezza indicate dalla Federazione Italiana Nuoto e il “Rapporto Covid-19”, messo a punto dall’Istituto superiore di sanità per le piscine. «Il protocollo», concludono gli estensori, «fornisce precise indicazioni in materia di informazione all’utenza, prassi igienica, pulizia e disinfezione, misure di distanziamento interpersonale e protezione, ventilazione naturale e meccanica, gestione dei rifiuti, formazione dei lavoratori, offrendo un quadro completo ai gestori per una corretta e responsabile gestione degli impianti natatori».
Il manuale sarà inviato a tutti i soggetti che hanno in gestione impianti natatori pubblici e privati. La sinergia tra più enti e associazioni per arrivare a un protocollo semplificativo e condiviso potrebbe diventare un esempio anche per altre federazioni e strutture sportive, che scalpitano per poter ripartire, ma non hanno ancora trovato riscontro da parte delle istituzioni. È il caso delle strutture in cui si pratica il calcetto. Oppure degli impianti che praticano il beach volley sulle spiagge. Tutte discipline ancora al palo, dopo che il Comitato tecnico scientifico voluto dal governo ha deciso di rinviare ancora la ripartenza degli sport di contatto.