Spillano al professore 130 mila euro, condannata coppia di nomadi
I due conviventi di Trasaghis erano riusciti a farsi consegnare il denaro, sotto forma di prestiti, per un anno e mezzo
TRASAGHIS. Si erano conosciuti a un incontro della comunità degli stimmatini e da allora le loro vite avevano viaggiato nella stessa, pericolosissima, direzione. Una strada a senso unico per tutti: per lui, un professore di scuola superiore che, per accondiscendere alle richieste dei suoi due nuovi amici, ha rischiato di vedersi prosciugare il patrimonio, e per loro, una coppia di nomadi che, dopo essere riusciti a spillargli denaro per un anno e mezzo di fila, per un totale documentato di 130 mila euro, si sono ritrovati sotto inchiesta con l’accusa di truffa aggravata.
Mercoledì 20 maggio, in tribunale, il capolinea. Nazario Raidich, 44 anni, e la convivente Monia Hudorovich, 39, residenti a Trasaghis, sono stati condannati rispettivamente a 1 anno e 10 mesi e a 1 anno e 6 mesi di reclusione l’uno e al risarcimento dei danni per complessivi 160 mila euro.
La sentenza è stata emessa dal giudice monocratico, Mauro Qualizza, al termine del processo celebrato su richiesta del difensore, avvocato Massimo Cescutti, con rito abbreviato. La pena, inflitta nella stessa misura proposta dal pm onorario, Marzia Gaspardis - che aveva concluso anche per la concessione della sospensione condizionale, purché subordinata a una provvisionale - è stata quindi calcolata tenendo conto anche della riduzione fino a un terzo della pena prevista dal rito.
Il legale di parte civile, avvocato Raffaele Carro, che ha discusso in sostituzione del collega Aniello Di Martino, aveva chiesto la derubricazione dei fatti nel reato di circonvenzione d’incapace (più gravoso in termini di sanzione). Domanda che il giudice non ha accolto, anche alla luce dell’esito negativo della perizia cui il professore era stato sottoposto in fase d’indagini.
Era stata proprio una confidenza al collega e avvocato Carro (pure insegnante in un altro istituto superiore) a rompere il fronte del silenzio e dare il via alle indagini dei carabinieri. Stando alla ricostruzione riferita in denuncia, l’uomo avrebbe consegnato alla coppia qualcosa come 200 mila euro, spalmati in prestiti d’entità variabile da poche centinaia di euro a qualche migliaio di euro alla volta, tra il gennaio 2015 e il giugno 2016. Quelli documentati da relativi bonifici, però, ammontano a poco più di 130 mila.
Si sarebbe trattato di aiuti, che la coppia gli chiese ora per l’acquisto di un trattore e poi anche di un macchinario per frantumare scarti di marmo, ora per alcuni pagamenti e per sbloccare non meglio precisati crediti vantati a Stoccarda. «In realtà – ha argomentato l’avvocato Cescutti –, i soldi furono dati con tanta disinvoltura, perché l’obiettivo era “raddoppiarli” con gli interessi. Ma poi anche i miei assistiti, a loro volta a caccia di interessi, hanno finito per perderli». Scontato l’appello.