Se ne «La Notte della Taranta» Belén e Stefano sono solo «intrusi»
La Notte della Taranta, organizzata a Melpignano, in provincia di Lecce, avrebbe dovuto restituire all’Italia la magia dei ritmi pugliesi, di una tradizione battuta al suono del tamburello e ballata a piedi scalzi. Eppure, nella lunga serata di RaiDue, dove, dalle 22.40 di sabato, ha trovato spazio il concertone, non c’è stato alcun modo, non c’è stata alcuna possibilità di immergersi appieno nella frenesia della pizzica, di quelle gonne ampie e svolazzanti, delle braccia alzate al cielo, a mimare il movimento fluido che dall’Orchestra si diffonde.
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Se Stefano De Martino e Belén Rodriguez «si amano ancora»La Notte della Taranta, così come RaiDue ha voluto costruirla, è stato un abbandonarsi alla musica per esserne, brutalmente e improvvisamente, destati da una conduzione non richiesta. E, soprattutto, affatto necessaria.
https://twitter.com/AntonioSanfra/status/1165382602439757824Gino Castaldo è stato chiamato a raccontare la ventiduesima edizione della manifestazione pugliese e l’origine delle sue canzoni. Belén Rodriguez e Stefano De Martino, annunciati in pompa magna come co-conduttori, sono stati incalzati qua e là a parlare di sé («Ma di’, Stefano, hai mai fatto una serenata a Belén?». «No, lui è il signore delle scuse»).
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Belén Rodriguez e Stefano De Martino: «Abbiamo già sbagliato, ora insieme per sempre»I due, non per colpa ma per destino, si sono trovati come pesci fuor d’acqua, a moderare un concerto che di interventi esterni non avrebbe avuto alcun bisogno. Hanno cercato, con cartelletta in mano e carezze date l’uno all’altra, quasi che il gossip e il ritrovato amore potessero alleviare le pene del momento televisivo, di salvare il salvabile. Ma niente, nemmeno le interviste agli ospite del concertone, a Gué Pequeno («Perché hai dei gatti neri sul cappello?», gli ha chiesto Belén), Enzo Avitabile ed Elisa, sono riuscite a risollevare le sorti di quella loro «intromissione».
https://twitter.com/SaCe86/status/1165385986228068356La Notte della Taranta, che durante la diretta televisiva ha promosso la raccolta fondi per la campagna #RigeneriAMOlaNatura, deputata a rendere quattro oasi del Mezzogiorno accessibili alle persone diversamente abili, è stata in sé strepitosa. Attraverso i suoni, le musiche, i balli della tradizione pugliese, ha guidato il pubblico alla (ri)scoperta di una bellezza che, troppo spesso, è data per scontata. Poi, ha mostrato quanto di questa bellezza sia senza tempo, come questa bellezza possa coniugarsi ad un’altra bellezza, quella della modernità, con i suoi suoni, i suoi interpreti, le sue parole. Aggiungere, alla narrazione della musica, altrimenti placida e lineare, una narrazione esterna, condotta lontano dal palco, ma soffocata dai suoi rumori, è parsa una decisione poco sensata, dettata forse e più dalla voglia di usare il gossip come strada per il cuore del pubblico che da altro.