WTA Madrid: Kuznetsova sgambetta Sabalenka, facile Kvitova
Dal nostro inviato a Madrid,
GIORNATA RICCA – Con un cielo limpidissimo -mai attraversato da nuvole per tutta la giornata-e una temperatura che ha raggiunto i 25 gradi, il primo sabato di torneo è partito ospitando sui campi principali gli incontri del tabellone di singolare femminile. Il Mutua Madrid Open, unico evento del calendario femminile della categoria Mandatory (la più importante dopo gli Slam, condivisa solo da Indian Wells, Miami e Pechino) a giocarsi sulla terra rossa ha infatti il privilegio, rispetto agli stessi Internazionali d’Italia, di avere un tabellone femminile a 64 giocatrici, che impone anche alle prime otto del mondo di giocare i trentaduesimi. Un grande vantaggio per il pubblico, che può ammirare le grandi campionesse una volta in più.Erano in programma -oltre ai primi turni delle quali mascili e ai secondi e decisivi delle donne- ben dieci partite di singolare femminile. Il programma prevedeva l’esordio di sei teste di serie, di cui quattro top 10, con le finaliste della scorsa edizione, Kvitova e Bertens, entrambe protagoniste della sessione serale del Manolo Santana.Nel controverso gioco di luci e ombre (e sbalzi di temperature) tra zone soleggiate e ombreggiate a cui la Caja Magica ha abituato i suoi frequentatori, si è giocato senza l’incidenza del vento. Ugualmente si assisteva però a un’invasione di polline fluttuante nell’aria, che ricordava a tutti come si sia nel pieno della primavera. Davvero buona l’affluenza di pubblico sui campi secondari : oggi con soli 14 euro il biglietto per il ground consentiva di assistere a trenta incontri complessivi (con due top 20 WTA in campo) e di ammirare, da pochi metri di distanza, gli allenamenti dei campioni.
SVETLANA SENZA TEMPO – I verdetti del campo della sessione odierna della prima giornata sentenziano le eliminazioni di due tenniste giovani e ai vertici della classifica: due risultati entrambi avvenuti sul Manolo Santana per mano di giocatrici -per diverse ragioni- scese in classifica, ma con un passato da campionesse. La prima in ordine di tempo a uscire dal torneo è stata Aryna Sabalenka, 10 WTA, che ha trovato il modo peggiore per anticipare i festeggiamenti del suo ventunesimo compleanno, in calendario domani: con sedici doppi falli in undici turni di battuta è difficile vincere una partita, almeno a questi livelli. La bielorussa sta vivendo un 2019 in fase calante: dopo aver conquistato il titolo a Shenzhen nel primo torneo dell’anno, non ha più vinto tre partite di fila. Non l’aiutava nemmeno la sua scarsa esperienza sulla terra rossa (solo una volta ha raggiunto i quarti, l’anno scorso a Lugano, quando arrivò in finale perdendo da Mertens). Dall’altra parte della rete Aryna ha trovato una tennista che il mattone tritato invece lo conosce eccome: Svetlana Kuznetsova ha vinto il Roland Garros nel 2009 (dopo essere stata finalista nel 2006), è arrivata in finale a Roma e, in generale, è stata numero 2 del mondo. Da un anno e mezzo non è assistita dalla piena efficienza fisica e gioca a intermittenza (soprattutto a causa di una delicata operazione al polso sinistro, dopo aver chiuso anche il 2017 da numero 12 del mondo). Questo di Madrid era per la russa appena il quarto torneo del 2019. In un Manolo Santana dagli spalti abbondantemente vuoti -uno scenario che conferiva a questo stadio una cornice insolitamente silenziosa- la russa non si è disunita quando nel primo set, avanti 5-2 e servizio, si è fatta rimontare sul 5 pari. In settanta minuti di lotta ha comunque chiuso il primo parziale sul 7-5. Alla ex numero 2 del mondo è bastato poi strappare il servizio a Sabalenka nel quinto gioco del secondo set per garantirsi la vittoria e il secondo turno, dove affronterà la vincente di Bencic- Van Uytvanck.
SORRIDE VIKA – Se una bielorussa piange, altre due però sorridono: la prima e più celebre è stata Viktoria Azarenka. Vika festeggia al meglio il suo rientro nella top 50, una zona di classifica che negli ultimi tre anni -per le note vicissitudini personali e qualche problema fisico- ha frequentato per pochissime settimane. L’ex numero 1 del mondo sul Santana ha vinto una partita importante per confermare la ritrovata competività anche sulla terra, in un torneo che nel 2011 e nel 2012 l’ha vista arrivare in finale. Supera una Kasatkina in crisi sempre più nera -nel 2019 ha vinto appena quattro partite- e lo fa al termine di una partita non bella qualitativamente, ma vinta con personalità. Dopo un primo set nel quale sono stati smarriti da chi era al servizio sette turni di battuta su dodici e terminato dopo cinquantacinque minuti con il punteggio di 7-5 a favore della bielorussa, il secondo parziale ha visto conservare regolarmente la battuta alle due giocatrici. Ad eccezione però del quinto gioco, quando Kasatkina si è fatta brekkare, consegnando di fatto la qualificazione a Azarenka. Un risultato che conferma anche il pessimo rapporto della russa col torneo madrileno, nel quale ha sempre perso al primo turno.
OUT KONTAVEIT – Nel tardo pomeriggio sull’Arantxa Sanchez, secondo campo per importanza della Caja Magica, cadeva la seconda testa di serie, in ordine temporale, di questo torneo: Anett Kontaveit, reduce da otto vittorie nelle ultime dieci partite. Successi che le avevano garantito la semifinale a Miami e la finale a Stoccarda, ma qui a Madrid si è arresa alla bielorussa – nazione protagonista della giornata- Sasnovich, capace di confermare il successo sulla estone nell’ultimo precedente di qualche mese fa a Melbourne e di portare il bilancio degli head to head sul 5-4. La 15 WTA aveva iniziato dominando l’incontro: avanti 6-0 e trovatasi 2-2 nel secondo, è però via via crollata, cedendo il passo all’avversaria, che le lasciava solo tre dei successivi tredici giochi.
PETRA SUL VELLUTO – Non ha problemi di sorta la detentrice del titolo e numero 2 del mondo Petra Kvitova. La ceca, prima nella Race WTA, ha confermato il suo grande momento (sette giorni fa ha trionfato a Stoccarda) e il grande feeling con un torneo che ha già vinto tre volte. Su un campo centrale non più vuoto come durante la sessione diurna, Petra, opposta a Kenin, 37 WTA, è partita molto forte, vincendo otto dei primi nove giochi. La giovane statunitense, che l’anno scorso a Miami nell’unico precedente aveva strappato un set alla ceca, era però brava a non demordere e riusciva a riaprire il parziale sul 4 pari. L’equilibrio durava pochi minuti: con un servizio vincente Kvitova guadagnava due giochi dopo la vittoria e il passaggio ai sedicesimo, dove affronterà la vincente tra Strycova e Mladenovic. Il programma sul Manolo Santana era stato invece aperto dalla facile vittoria -la tredicesima nelle ultime quattordici giocate- di Ashleigh Barty, che in questo torneo proverà a far comprendere al mondo del tennis quanto sia già competitiva sul rosso, la superficie dove ha giocato meno nella sua giovane (e a singhiozzo) carriera. La 23enne australialiana ha sconfitto in poco più di un’ora la connazionale Gavrilova: ora l’attende la vincitrice del primo turno tra Collins e Zvonareva.
Risultati:
A. Sasnovich b. [14] A. Kontaveit 0-6 6-3 6-2
[WC] S. Kuznetsova b. [10] A. Sabalenka 7-5 6-4
[9] A. Barty b. D. Gavrilova 6-1 6-2
Y. Putintseva b. [WC] I. Begu 6-4 6-3
V. Azarenka b. D. Kasatkina 7-5 6-4
[7] K. Bertens b. K. Siniakova 6-3 6-2
J. Ostapenko b. A. Pavlyuchenkova 6-2 6-1
[12] A. Sevastova b. K. Flipkens 0-6 6-3 6-2
C. Garcia b. S. Hsieh 7-5 6-2
[2] P. Kvitova b. S. Kenin 6-1 6-4